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Regeni, Il Cairo: "Mai detto che fu banda ad ucciderlo"

ROMA. I primi dubbi egiziani sulle versioni diffuse finora sulle circostanze della morte di Giulio Regeni vengono espressi oggi dal direttore del maggior quotidiano del Cairo, Al Ahram, Mohamed Abdel Hadi Allam. ''Prima del momento della verità - scrive Hadi Allam riferendosi alla prossima trasferta in Italia degli investigatori egiziani - esortiamo lo Stato a portare in giudizio gli autori del crimine".

Il direttore invita Il Cairo ad "annunciare con trasparenza le verità trovate o le dimissioni dei negligenti che sono responsabili direttamente di questo incidente, per salvare la reputazione dell'Egitto, il suo posto e la sua credibilità sul piano internazionale''. Il direttore di Al Ahram insiste sul rischio che l'intera vicenda può avere sulle relazioni bilaterali con l'Italia e lancia un invito a non sottovalutare la situazione, soprattutto considerando che il governo italiano è sotto la pressione di opinione pubblica e parlamento sul caso Regeni. A questo si aggiungono le difficoltà legate allo scandalo che ha costretto alle dimissioni il ministro allo sviluppo economico e spinto i partiti dell'opposizione a presentare mozioni di sfiducia al premier Renzi.

"La situazione è seria - commenta Hadi Allam - e non consente leggerezze, e lo Stato deve fare una pausa reale perché si possa recuperare una reputazione minacciata''. "I responsabili italiani sostengono la necessità - scrive ancora il direttore di Al Ahram - che l'Egitto presenti prove e verità coerenti sulla vicenda, le versioni ingenue (naives) sulla morte di Regeni hanno nociuto all'Egitto sia all'interno che all'estero e hanno dato a qualcuno la giustificazione per giudicare quello che succede nel paese e dire che niente è cambiato, come se fossimo nella fase che precedeva la rivoluzione del 25 gennaio''. ''Il fatto che certi responsabili non comprendano il valore della verità - osserva ancora il maggior quotidiano egiziano - senza tener conto delle priorità accordate ai diritti dell'Uomo nelle società europee, mette lo Stato egiziano nell'imbarazzo e in un'impasse molto pericolosa''. Facendo riferimento all'incontro in Italia tra gli investigatori egiziani e quelli italiani, previsto per martedì, Hadi Allam auspica che ''le riunioni si concludano in modo da preservare le relazioni italo-egiziane''.

Secondo il giornale 'Al Shourouk, a proposito dell'attesa trasferta a Roma di una delegazione di investigatori egiziani prevista per domani, fonti della sicurezza egiziana hanno reso noto che «gli apparati interessati
hanno preparato un dossier sulla vicenda di 2000 pagine che indica le linee generali del crimine e la scomparsa del corpo, nonchè le indagini su 200 persone di diverse nazionalità che avevano relazioni con la vittima».

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