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Morto giudice Scalia: primo italoamericano alla Corte Suprema

Antonin Scalia

NEW YORK. È morto improvvisamente nel sonno Antonin Scalia, il giudice della Corte Suprema americana strenuo difensore del conservatorismo. Aveva 79 anni, il primo italoamericano nominato alla massima corte Usa, vi sedeva dal 1986, da quando fu designato dall'allora presidente Ronald Reagan. La sua scomparsa lascia così vuota una delle nove 'poltronè della corte Suprema. E la sua sostituzione apre scenari politici particolarmente complessi a 11 mesi dalla fine del mandato del presidente Barack Obama e con la campagna elettorale per le presidenziali già in pieno svolgimento.

Il giudice Scalia è morto nella notte, nel sonno con tutta probabilità e il corpo senza vita è stato trovato nella sua stanza nel ranch in Texas dove si trovava per passare il weekend in occasione di una battuta di caccia. Prima di andare a dormire aveva riferito di non sentirsi particolarmente bene. Dalle prime indicazioni sembra trattarsi di decesso per cause naturali. Eppure, a 79 anni, non era il più anziano tra i giudici della Corte Suprema. Anche per questo la sua dipartita giunge come un fulmine a ciel sereno, con l'America intera che subito ricorda il contributo della sua ferma voce conservatrice nei trent'anni passati a dettare la storia della giurisprudenza americana, a difendere la Costituzione. Quest'ultima era la sua missione dichiarata che esercitava rifacendosi alla dottrina 'originalistà di interpretazione della Costituzione, ovvero sulla base del suo significato originario.

E sono note le sue prese di posizione in casi dai temi scottanti in cui con le sue decisioni il massimo organo giudiziario statunitense di fatto legifera. E allora dall'aborto al secondo emendamento della Costituzione (quello sulla facoltà di difendersi e che è al centro del dibattito sul controllo delle armi) fino alla pena di morte. Così con la sua scomparsa gli otto membri della Corte Suprema rimangono equamente ripartiti tra progressisti e conservatori e trattandosi di una nomina presidenziale la sua sostituzione da ad Obama la possibilità di nominare un giudice progressista.

Non è affatto scontato che il presidente in carica sia in condizione di portare a compimento la nomina, dati i tempi necessari per l'iter. Ma anche per il possibile ostruzionismo nel Senato dominato dai repubblicani. Si prospetta così una lotta lunga e feroce.  E il primo segnale di questo scontro è arrivato subito, poco dopo la conferma della morte di Scalia, con il capo della maggioranza repubblicana del Senato Mitch McConnell che ha affermato: «Il popolo americano deve avere una voce in capitolo nella scelta del prossimo giudice. Pertanto questa vacanza deve essere colmata solo dopo l'elezione del nuovo presidente». La nomina del successore di Scalia diventa così campo di battaglia dei prossimi mesi di campagna elettorale.

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