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La polizia di Chicago di nuovo nel mirino: agente uccide due afromaricani

NEW YORK. La polizia di Chicago di nuovo nel mirino. Un agente spara e uccide due afroamericani, un ragazzo e una donna, rispondendo insieme ad altri colleghi a una chiamata notturna per rumori molesti. L'incidente arriva nel mezzo dell'indagine federale nei confronti del Dipartimento di Polizia della città e a pochi giorni da nuove e forti proteste contro gli agenti e il sindaco Rahm Emanuel.

Tutto è avvenuto nelle prime ore del mattino. Una squadra della polizia ha risposto a una chiamata ed è intervenuta, trovandosi di fronte un «soggetto combattivo». Ne è scaturita una sparatoria, durante la quale hanno perso la vita Quintonio Legrier e Bettie Jones, di 19 e 55 anni. I dettagli dell'accaduto non sono noti e non è chiaro se ci sia un video. La polizia ha avviato un'indagine, ma senza diffondere la razza dell'agente che ha sparato.

Le polemiche sono immediate. «La polizia ci difende e ci toglie la vita?» afferma Janet Cooksey, la madre di Legrier, studente della Norther Illinois University. Cooksey non era presente al momento della sparatoria. Legrier aveva disturbi mentali ma, secondo la madre, la polizia non ha risposto in modo adeguato. Critico anche il fratello di Jones, mamma di cinque figli e vicina di casa di Legrier. «Ci sono molte domande e nessuna risposta» mette in evidenza Melvin Jones.

La sparatoria riaccende le polemiche contro la polizia di Chicago, sommersa dalle critiche dopo il video che mostra l'agente bianco Jones Van Dyke sparare per 16 volte contro il 17enne afroamericano Laquan McDonald. L'incidente è accaduto nel 2014 e il video diffuso nelle ultime settimane, aprendo la strada a forti polemiche, costate il posto al responsabile della polizia. Fino alla vigilia di Natale si sono susseguite manifestazioni contro Emanuel e gli agenti. In molti chiedono la testa del sindaco, che resiste. «Dobbiamo riconoscere dolorosamente e onestamente che qualcosa è andato storto» nel caso McDonald, ha detto Emanuel nelle ultime settimane rispondendo alle critiche. «L'indagine federale - aggiunge Emanuel - ci renderà una città migliore. È nel nostro interesse, abbiamo bisogno di assistenza per per cambiamenti necessari e fondamentali».

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