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Svolta in Tunisia, libero il 23enne condannato per omosessualità

È stato rimesso in libertà il giovane tunisino condannato in primo grado ad un anno di reclusione per il reato di omosessualità

TUNISI.  È stato rimesso in libertà il giovane tunisino condannato in primo grado ad un anno di reclusione per il reato di omosessualità. Il giudizio di Appello gli ha ridotto infatti la pena a due mesi di detenzione. Lo ha reso noto l'avvocato difensore del giovane, Fadoua Braham, annunciando l'intenzione di impugnare la sentenza »ingiusta e inaccettabile« alla Corte suprema.

Il ragazzo non dovrà scontare la pena in carcere poichè ha già scontato più di 60 giorni in stato di detenzione dall'arresto avvenuto nel mese di settembre. Il caso aveva destato polemica tra le associazioni a tutela dei diritti delle minoranze, la società civile e i media stranieri soprattutto per le modalità con le quali l'autorità giudiziaria avevano disposto l'accertamento della prova dell'omosessualità, ovvero un test anale, pur se eseguito presso la struttura sanitaria competente.

Il ventitreenne in questione era stato convocato alla stazione di polizia di Hammam-Sousse
nell'ambito di un'indagine su di un omicidio come persona informata sui fatti, nell'ambito della quale dopo 6 giorni finì per confessare la sua omosessualità. Non si placano intanto in
Tunisia le polemiche per un altro caso simile, quello della recente condanna di 6 giovani da parte del tribunale di Kairouan a 3 anni di reclusione, per i quali il processo di appello
dovrebbe iniziare la prossima settimana. La notizia ha riacceso in Tunisia il dibattito sull'abolizione del reato di omosessualità, previsto dall'articolo 230 del codice penale che
prevede per »l'atto omosessuale« la reclusione fino a tre anni, articolo che sarebbe in contrasto con i principi della Costituzione tunisina approvata nel 2014.

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