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Isis, introiti per 80 milioni di dollari al mese: lo rivela uno studio

Il 50% da tasse e il 43% dal traffico di petrolio

ROMA. Ammontano a circa 80 milioni di dollari al mese i proventi di cui sta disponendo l'Isis in questo ultimo scorcio del 2015. Lo ha stimato la società «Ihs» precisando che gli introiti dello Stato islamico vengono per un 50% circa dalla tassazione dell'attività economica nei territori sotto il suo controllo e da confische.

Come riferisce un comunicato dell'Ihs, dal traffico di petrolio proviene un altro 43% dei suoi ricavi mentre il resto deriva da «droga, vendita di elettricità e donazioni».

Non un'orda di miliziani fanatici, ma un'organizzazione che punta alla creazione di un vero e proprio Stato, con una struttura burocratica, un'economia indipendente e una politica estera. È questa l'immagine che esce dell'Isis da un documento programmatico di cui il quotidiano britannico Guardian è entrato in possesso.

Il documento di 24 pagine, intitolato 'Principi di amministrazione dello Stato islamico', è stato redatto tra il luglio e l'ottobre del 2014, dopo che, nel giugno precedente, Abu Bakr al Baghdadi aveva annunciato la nascita del 'Califfato' nei territori conquistati in Siria e Iraq.

Il programma prevede la creazione di dipartimenti governativi, di un'autorità con competenze sulle finanze, altre incaricate di sovrintendere alla propaganda, alla formazione dei combattenti - tra i quali anche bambini - e all'amministrazione centralizzata del petrolio e del gas estratto dai giacimenti sotto il controllo dell'organizzazione.

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