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Il Papa nelle baraccopoli: "Poveri emarginati da pochi ricchi. Corruzione? Anche in Vaticano"

Terzo giorno della visita di Papa Francesco in Africa

KENYA. Nairobi, 27 NOV - Le case sono fatte di lamiere poggiate sul cemento: i primi mattoni di pavimentazione sono quelli della parrocchia che ospiterà il Papa; le acque reflue
scorrono ai bordi delle strade, coperte da assi di legno sconnessi. Ma molte baracche sono colorate in tinte pastello, e tutta la gente si è riversata per strada per salutare il Papa che arriva da Roma. Bergoglio è giunto questa mattina a Kangemi, uno degli slum che circondano Nairobi, dove visita la parrocchia di San Giuseppe lavoratore, gestita dai gesuiti, e si trattiene con gli abitanti della baraccopoli in cui vivono circa centomila persone di diverse etnie.

A Kangemi la festa è grande, si canta aspettando papa Francesco, non solo canti africani ma anche il «Salve Regina» in latino, e l'esecuzione non ha nulla da invidiare a quelle delle
chiese occidentali. La baraccopoli si è pavesata a festa, ma il parroco di san Giuseppe non ha voluto che fosse asfaltata la strada di accesso alla chiesa, e ha preferito che il Papa
percorresse la stessa strada di polvere - che diventa fango con la pioggia - che usano i parrocchiani. Papa Francesco, - arrivato sulla papamobile scoperta e accompagnato dai cardinali Parolin e Turkson - ha approfittato di questa visita allo slum per lanciare una forte denuncia dei danni della urbanizzazione selvaggia e dei rischi di emarginazione che questa comporta. Ma ha anche affermato con chiarezza come i «fratelli» della baraccopoli «non mi vergogno a dirlo, hanno un posto speciale nella mia vita».

Negli interventi degli ospiti, in particolare quello di Pamella Akwede, una abitante dello slum, si è vista la consapevolezza delle difficoltà, ma anche la volontà di cambiare: Pamella ha anche chiesto al Pontefice di «spingere sul governo per migliorare i servizi di sicurezza, salute, imprenditoria, educazione». Suor Mary Killeen, che dirige il centro Caritas, ha invece elencato davanti al Pontefice molti dei drammi delle baraccopoli: sgomberi forzati che radono al suolo le baracche, incendi, allagamenti, visto che questi agglomerati sorgono in genere lungo il fiume, insicurezza, alcolismo, pericoli per i bimbi, tra cui abusi e violenze,
corruzione, appropriazione delle terre. Papa Bergoglio ha ascoltato queste denunce, ben presenti al suo pontificato e alla sua riflessione sulla pastorale urbana e delle zone più degradate. A sua volta ha denunciato il fatto chel'«emarginazione urbana» nasce dal «ferite provocate dalle minoranze che concentrano il potere, la ricchezza e sperperano
egoisticamente mentre la crescente maggioranza deve rifugiarsi in periferie abbandonate, inquinate, scartate». «Le autorità - ha esortato - prendano insieme a voi la strada dell'inclusione sociale, dell'istruzione, dello sport, dell'azione comunitaria e della tutela delle famiglie perchè questa è l'unica garanzia di una pace giusta, vera e duratura». Ha chiesto una «rispettosa integrazione urbana», «nè indifferenza nè paternalismo». Impegno papa Francesco ha chiesto anche ai suoi vescovi, a andare in periferie, a «prendere l'iniziativa contro tante ingiustizie, a coinvolgersi nei problemi dei cittadini, ad accompagnali nelle loro lotte, a custodire i frutti del lavoro collettivo e a celebrare insieme ogni piccola o grande vittoria».

Le vostre gioie e angosce, ha detto ancora il Pontefice ai «fratelli delle periferie», «non mi sono indifferenti, come possiamo non denunciare le ingiustizie subite?». E ha in particolare lodato la «saggezza e la cultura dei quartieri popolari», ricca di valori dimenticati dalla società del benessere, intorpidita dal consumismo. Questi valori possono contribuire alla società, da questi può partire l'azione di riscatto e la ricerca di giustizia. Kangemi è situata in fondo a una piccola vallata che confina a sud con la bidonville di Kalangware, e non ha una rete di drenaggio delle acque nere. La popolazione complessiva degli slum che circondano Nairobi si aggira attorno ai due milioni di abitanti. Lo slum più esteso è quello di Kibera, uno dei più grandi dell'Africa, con un milione di abitanti, quello più povero è quello di Mitumba dove si registra un tasso di sieropositivi del 60%, un reddito giornaliero intorno a 0,60
dollari Usa.

«La corruzione c'è in tutte le istituzioni, la corruzione è dappertutto, la corruzione c'è anche in Vaticano». Lo ha detto il Papa rispondendo alla domanda di un giovane nello stadio di Nairobi. «La corruzione - ha aggiunto - è come lo zucchero, che è dolce e ci piace, ma a forza di prenderlo diventiamo diabetici, con la corruzione la nazione diventa diabetica».

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