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Disastro aereo nel Sinai, inquirenti britannici: "Bomba nella stiva". Mosca: "Solo un'ipotesi"

Obama: «Credo ci sia la possibilità di una bomba a bordo dell'aereo precipitato nel Sinai e la stiamo valutando seriamente»

ROMA. Gli inquirenti britannici che indagano sul disastro aereo nei cieli del Sinai ritengono che l'Airbus russo sia esploso a causa di una bomba che si trovava nella stiva del velivolo: lo scrive la Bbc online.

Gli inquirenti, prosegue la Bbc online, sospettano che qualcuno che aveva accesso alla stiva
dell'aereo abbia piazzato l'ordigno esplosivo sopra o all'interno di un bagaglio proprio prima del decollo del velivolo.

«Non sappiamo che dati usino i nostri colleghi britannici» per supporre che il disastro aereo sui cieli del Sinai sia stato provocato da una bomba: lo ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, aggiungendo che Londra «non ha condiviso» con Mosca queste informazioni.

I funzionari britannici, comunque, non hanno ancora escluso del tutto la possibilità di un guasto, ma questa appare sempre più improbabile. Il governo ha ricevuto mercoledì scorso nuove informazioni di intelligence e il centro per le analisi dell'antiterrorismo valuta da giorni le possibili cause del disastro.

I dati presenti sulla scatola nera che registra i parametri di volo non aiutano a stabilire le cause del disastro aereo sui cieli del Sinai. Lo riferiscono fonti vicine alle indagini citate dal Kommersant.

Secondo le fonti, stando alle registrazioni, «tutti i sistemi funzionavano regolarmente» e l'aereo «dopo il decollo ha quasi raggiunto l'altezza prestabilita, dopo è avvenuto un evento dopo il quale la registrazione di tutti i parametri si è fermata in un attimo».

Potrebbe essere stato il distacco della coda dal resto dell'aereo a causare l'interruzione immediata e improvvisa dei parametri di volo da parte della scatola nera dell'Airbus precipitato nel Sinai. Lo sostengono le fonti vicine alle indagini sentite dal Kommersant, secondo le quali nella «parte della coda» si trovava «il registratore parametrico di emergenza» e «durante il distacco» di questa dal resto dell'aereo potrebbe essere «avvenuta la rottura di tutti i cavi che collegavano la scatola nera ai sensori informativi».

«Credo ci sia la possibilità di una bomba a bordo dell'aereo precipitato nel Sinai e la stiamo
valutando seriamente». Lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama, commentando per la prima volta l'incidente in un'intervista.  «Dedicheremo molto tempo per determinare» esattamente «cosa abbia provocato lo schianto dell'aereo russo», ha aggiunto il presidente americano durante l'intervista alla radio Kiro di Seattle.

Intanto le compagnie aree britanniche cominceranno oggi a riportare in patria i turisti del Regno bloccati a Sharm el-Sheik a causa dell'esplosione dell'Airbus russo nei cieli del Sinai sabato scorso: lo scrive la Bbc online.

Il ministro dell'Aviazione civile egiziano Hossam Kamal ha reso noto che «oggi i voli dallo scalo di Sharm procedono regolarmente, parallelamente alle misure di sicurezza». Il ministro ha precisato che oggi sono previsti «74 voli di cui 29 di compagnie britanniche per riportare in patria i turisti».

Tra i 74 si contano anche «27 voli russi e 3 italiani». Il direttore dello scalo di Sharm, Abdel Wahab Ali ha affermato che «una delegazione britannica ha ispezionato l'aeroporto e visionato le misure di sicurezza».

Le autorità egiziane hanno sospeso i piani della compagnia aerea EasyJet per riportare in
patria i turisti bloccati a Sharm el-Sheik: lo ha reso noto la stessa società.

Due dei nove voli che la Easyjet aveva programmato per oggi per avviare il rimpatrio dei turisti britannici rimasti bloccati a Sharm el Sheik non sono stati fermati, secondo quanto riporta il Guardian online, poichè erano già in fase di rullaggio.

I passeggeri degli altri hanno invece ricevuto improvvisamente un sms mentre erano già ai gate, in cui si comunicava l'annullamento delle partenze per ordine delle autorità egiziane senza altre spiegazioni. Molti, irritati, risultano aver ora ripreso la via degli hotel.

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