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Tragedia del Sinai, caos voli per Sharm
EasyJet conferma: collegamenti sospesi

Al momento l'Italia fa parte dei 7 Paesi europei da cui partono ancora aerei per la località turistica nel Sinai

ROMA. L'incubo bomba fa scattare l'allarme nei cieli del Sinai. E il gelo tra le cancellerie coinvolte. È stato il premier britannico David Cameron questa volta - dopo gli 007 americani che avrebbero intercettato messaggi dell'Isis - a dare per «probabile» che a causare l'esplosione in volo dell'Airbus russo, con 224 persone a bordo il 31 ottobre, sia stata una bomba. E a spiegare così la necessità di sospendere i voli del Regno Unito da e per Sharm el Sheikh, bloccando almeno 20mila turisti sul Mar Rosso e facendo irritare sia l'Egitto che la Russia.

«Non ci sono prove», sostengono Il Cairo e Mosca, che invitano ad attendere i risultati dell'inchiesta in corso, bollando come «controproducente» ogni ipotesi prematura.

La sospensione dei voli riguarda tutte le compagnie britanniche, compresa dunque la rotta da e per Milano dell'EasyJet che non volerà per il Mar Rosso fino al 12 novembre: circa 180 persone che dovevano atterrare stasera a Malpensa sono rimaste a Sharm, almeno fino a domani. La British Airways e i low cost Monarch e Easyjet hanno infatti annunciato in serata che domani ripartiranno voli da Sharm, ma solo per rimpatriare i turisti, compresi quelli diretti a Milano, con solo bagaglio a mano. A chi invece doveva partire per una vacanza nel Sinai è stato proposto il rimborso del biglietto oppure di rinviare il viaggio o di cambiare la destinazione.

I «voli italiani» e i charter dall'Italia non sono stati finora sospesi, precisano sia l'agenzia egiziana Mena che la Farnesina, che invita tuttavia a «tenersi informati attraverso i tour operator». L'Enac ha intanto disposto che le compagnie nazionali con voli in partenza da Sharm aumentino i controlli di sicurezza.

La decisione di Londra è però stata seguita anche dalla Lufthansa, che ha lasciato a terra gli aerei diretti a Sharm delle sue controllate, Germanwings e Edelweiss. La Francia sconsiglia i propri cittadini di recarsi nella località turistica, mentre la Casa Bianca non esclude che il disastro sia dovuto al terrorismo.

Per l'Egitto il sospetto che si sia trattato di un attacco dell'Isis è un altro brutto colpo al proprio turismo, che aveva lentamente ricominciato a crescere dopo i sanguinosi eventi e l'instabilità politica degli ultimi anni. Il presidente Abdel Fattah al Sisi, proprio oggi in visita a Downing Street, ha ricordato irritato, nella conferenza stampa congiunta con Cameron, che solo dieci mesi fa l'intelligence di Londra aveva promosso la sicurezza dell'aeroporto di Sharm. Lo scalo è oggi sotto accusa da parte della stampa britannica che insinua il sospetto di un dipendente complice dei terroristi o corrotto che abbia fatto passare l'ordigno a bordo. Magari in una 'valigia-bombà, come lasciano trapelare i servizi Usa.

Dal canto suo, il premier ha però difeso la sua scelta, precisando di aver ricevuto indicazioni sulla probabile natura terroristica della sciagura dagli 007 di Sua Maestà. Stizzita anche la Russia: sarebbe «scioccante» se Londra avesse informazioni sul disastro aereo e non ce le consegnasse, commentano da Mosca lo stop ai voli. Mentre il presidente russo Vladimir Putin in persona chiama Cameron per invitarlo ad aspettare dati più concerti.

Le indagini intanto vanno avanti con l'esame delle scatole nere, anche se una delle due è stata «danneggiata». Sarà comunque possibile «decodificarla», assicura il capo dell'ente aeronautico russo, Aleksandr Neradko, aggiungendo che gli investigatori cercheranno eventuali «tracce di esplosivo» sul relitto, i bagagli e i corpi delle vittime.

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