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Uomo mai nato è il "padre biologico" di un bimbo

NEW YORK. Della serie, strano ma vero, e tuttavia secondo gli scienziati può succedere. Nello stato di Washington un bambino nato con l'inseminazione artificiale non ha il DNA del padre. È, di fatto, il figlio biologico di uno «zio», un fratello gemello del papà, che però non ha mai visto la luce. I geni di questo bimbo mai nato sono stati assorbiti nell'utero materno dal fratello gemello, che poi li ha trasmessi a suo figlio, al posto dei suoi.

Il caso dell'uomo di 34 anni, il cui nome per motivi di privacy è stato tenuto segreto, sarebbe il primo nella storia della medicina in cui un test di paternità è stato tratto in inganno da una «chimera» umana (mostro mitologico con parti del corpo di animali diversi). La «chimera» è il padre stesso: un uomo con geni in eccesso, assorbiti da un gemello scomparso ai primi stadi della gravidanza. Questi geni sono riemersi nel suo sperma all'atto della procreazione e sono stati passati al figlio.

Una nascita su otto, secondo gli scienziati, ha origine in gravidanze multiple. Le cellule di questi «fratelli» e «sorelle» mai nati sono a volte assorbiti in utero dal gemello sopravvissuto, ma solo raramente gli interessati se ne
accorgono. «Gli stessi genetisti sono rimasti a bocca aperta», ha detto Barry Sands, specialista a Stanford, che è stato consultato dai genitori esterrefatti.
La coppia - ha spiegato Starr - era convinta che la clinica della fertilità a cui si era rivolta avesse commesso un errore. Il figlio era nato in ottima salute, ma stranamente il suo gruppo sanguigno era diverso da quello dei genitori. Un test di paternità domestico aveva suggerito una spiegazione: il padre non era veramente il padre.

«Potete immaginarvi che fossero sconvolti», ha detto Starr, che ha presentato il caso di recente all'International Symposium on Human Identification. Mamma e papà si erano quindi rivolti a un avvocato e ottenuto un nuovo test di paternità da un laboratorio accreditato: compiuto come l'altro con un tampone salivare. Di nuovo il test era risultato negativo, ma la clinica era caduta dalle nuvole. L'uomo era stato l'unico bianco a donare lo sperma il giorno dell'inseminazione e il bimbo è di razza bianca. Attraverso Starr i genitori avevano avuto accesso a un altro tipo di esame, quello che la startup 23andMe vende per accertare le genealogie. Ne era emerso che il padre era il realtà lo zio di suo figlio. Al genetista si era accesa una lampadina: aveva capito di trovarsi di fronte a una «chimera». Le «chimere» umane sono rare, ma esistono. Nel 2002 una donna alla ricerca di un donatore di rene non era risultata ai test di maternità la madre dei suoi figli perchè, mentre le sue cellule ematiche avevano un gruppo di geni, quelle delle ovaie erano
completamente diverse e avevano prodotto bambini che non risultavano suoi figli, bensì figli di una gemella «fantasma», assorbita prima della nascita

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