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Una petizione salva una trans dal carcere maschile: trasferita

LONDRA. Venerdì in Gran Bretagna un giudice ha respinto il ricorso contro la sentenza che ha condannato Tara Hudson, una transgender 26enne inglese, a scontare tre mesi di reclusione in un carcere maschile di Bristol. Ma una petizione da 140.000 firme ha ottenuto, secondo quanto riferisce la Bbc, che la giovane - operata ma ancora legalmente uomo - sia trasferita nel penitenziario femminile di Eastwood Park.

La difesa aveva denunciato il rischio di violenze sessuali e la madre aveva parlato di molestie già subite, ma il giudice Llewelyn Sellick aveva escluso qualunque attenuante citando la pesante «fedina penale» con i «numerosi reati» commessi da Hudson e aggiungendo che spetta comunque alle autorità penitenziarie indicare la struttura in cui espiare la pena.

A favore d’un trasferimento di Tara Hudson - che in tribunale ha riconosciuto la propria responsabilità nell’episodio di aggressione e lesioni per cui era imputata, ma ha insistito nella richiesta di evitare la detenzione in una prigione per soli uomini - era stata avviata una mobilitazione pubblica che, secondo l’emittente britannica, ha avuto successo. Il regolamento carcerario del Regno Unito prevede che i condannati transessuali vengano collocati secondo il loro genere «come riconosciuto dalla legge», e che possano ottenere una variazione dello status anche in carcere. Ma le regole sottolineano anche che «persone in un sufficiente avanzamento della transizione» possano essere collocate «nell’ambito del loro genere acquisito, anche se la legge non lo ha ancora riconosciuto».

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