TEL AVIV. L'esercito israeliano ha ricevuto l'ordine di inviare sei compagnie di soldati nelle maggiori città di Israele per accrescere il senso di sicurezza nel Paese. Lo riferisce la radio militare. Nel contesto di misure di emergenza messe a punto per arginare le violenze palestinesi, il governo israeliano ha deciso di non consegnare i cadaveri degli attentatori alle rispettive famiglie. Lo afferma la polizia. In questa fase si tratta di soldati della polizia militare, che agiranno fianco a fianco con gli agenti della polizia e della guardia di frontiera.
La scorsa notte è stato inoltre deciso dal Consiglio di difesa del governo israeliano di chiudere di volta in volta interi rioni palestinesi di Gerusalemme est, «secondo le necessità ». La ministra della giustizia Ayelet Shaqed ha aggiunto che le case di attentatori saranno demolite e i loro beni saranno sequestrati. Inoltre è stato approvato l'immediato reclutamento di 300 guardie civili addette alla protezione nei trasporti pubblici.Il Consiglio di difesa sarà convocato oggi per mettere a punto misure punitive nei confronti del Movimento islamico in Israele, ritenuto uno dei fomentatori dei recenti attacchi.
In seguito ai continui attacchi contro israeliani da parte di arabi la polizia israeliana sarà autorizzata a Gerusalemme a "imporre la chiusura delle zone di scontri e incitamento alla violenza". Lo ha annunciato l'ufficio di Netanyahu. "Ai terroristi saranno revocati i diritti di residenza permanente" e "le proprietà dei terroristi che compiono attacchi verranno confiscate", ha aggiunto. Unità militari saranno in rinforzo alla polizia in alcune zone e centinaia di guardie di sicurezza saranno messe in campo per proteggere il trasporto pubblico, ha spiegato inoltre l'ufficio del premier israeliano, che aveva annunciato "ulteriori misure aggressive" contro gli attacchi.
Ancora violenze e tensione in Medio Oriente: tre morti e una ventina di feriti in due attentati avvenuti oggi in contemporanea a Gerusalemme. Tra le vittime anche il rabbino Yeshaye Krishevsky, 59 anni. Due delle vittime sono state uccise nell'attentato sull'autobus, il religioso in quello compiuto con un'auto lanciata contro la fermata del bus Hamas si felicita per la 'intifada dei coltelli', ossia per gli attacchi anti-israeliani avvenuti anche oggi a Gerusalemme e a Raanana. Sul web è intanto apparso un poster in cui le Brigate al-Qassam (ala militare di Hamas) si dicono pronte "a scacciare gli occupanti". Netanyahu a Abu Mazen, basta bugie e istigazione - "'Voglio dire al presidente Abu Mazen: basta mentire e istigare. Un vero leader deve agire con responsabilità". "Non esiterò a usare tutti i mezzi del nostro arsenale per riportare la calma".
Secondo le prime ricostruzioni, la prima vittima israeliana è stata uccisa a bordo dell'autobus ad Armon HaNatziv dove due palestinesi hanno aperto il fuoco e accoltellato i passeggeri. La vittima è un uomo di circa 60 anni, ci sarebbe anche un ferito grave. La polizia, intervenuta poi in forze, ha ucciso il primo dei due terroristi e catturato l'altro. Il secondo israeliano è stato ucciso in via 'Malkei Israel' quando un palestinese ha lanciato la propria auto contro un gruppo di persone in sosta alla fermata dell'autobus. L'attentatore è poi sceso ed ha accoltellato chi era a terra. La polizia ha detto di aver "neutralizzato" l'attentatore.
Quattro passanti israeliani sono stati pugnalati da un assalitore palestinese nel centro di Raanana (a nord di Tel Aviv), nel secondo attentato palestinese della mattinata in quella citta'. In precedenza altri due israeliani erano stati accoltellati. Entrambi gli assalitori sono stati "neutralizzati" e catturati. Ieri quattro attentati in un giorno, due nello spazio di circa un'ora, almeno 6 israeliani accoltellati a Gerusalemme. L'allarme in Israele è altissimo e lo stillicidio quotidiano. "Il terrorismo è figlio della volontà di distruggerci e non della disperazione palestinese", ha denunciato il premier Benyamin Netanyahu in un teso dibattito alla Knesset. "Ma la nostra voglia di vivere distruggerà la voglia di uccidere dei nostri nemici", ha avvertito, respingendo ancora una volta come "bugie" le affermazioni che Israele stia cercando di cambiare lo status quo sulla Spianata delle Moschee o che sia in lotta con l'Islam.
Il premier ha però confermato la volontà del governo di mettere fuori legge, una volta ottenuto il via dal procuratore generale, il Movimento islamico, specie nel nord del paese che, insieme ad Hamas, "istiga" ad una guerra religiosa contro Israele. Senza dimenticare l'Autorità nazionale palestinese il cui presidente Abu Mazen (Mahmoud Abbas) deve combattere l'istigazione e "condannare gli attentati terroristici palestinesi". Oggi in Israele è previsto lo sciopero generale degli arabi israeliani in solidarietà con la Cisgiordania e per la Moschea di Al Aqsa.
Il vice comandante della polizia Benzi Sao ha riferito in Parlamento che finora sono stati feriti negli scontri 68 agenti da pietre o bottiglie incendiarie e che dei 300 arresti effettuati di palestinesi o arabo israeliani, oltre la metà sono minorenni. Il ministero della Sanità palestinese ha calcolato in 1300 i feriti palestinesi da pallottole vere o ricoperte di gomma dall'inizio di ottobre, di cui 75 solo ieri negli scontri in Cisgiordania. Nel vuoto di iniziative politiche della comunità internazionale in grado di raffreddare la situazione, ieri una delegazione del Quartetto ha annunciato di aver spostato - su richiesta a quanto pare di Netanyahu, vista la situazione - la visita nella regione mentre il capo della diplomazia Ue Federica Mogherini ha avuto due conversazioni telefoniche con Netanyahu e con Abu Mazen in cui ha sottolineato "l'importanza di evitare azioni che alimenterebbero ancora di più le tensioni".
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