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Colombia, accordo fra Governo e forze armate rivoluzionarie

L'AVANA. Il più longevo conflitto armato nell'America Latina si avvia verso una soluzione negoziata: dopo la firma di un accordo fra il governo colombiano e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), le due parti si sono infatti accordate per arrivare ad una intesa finale entro il 23 marzo del 2016.

Il presidente colombiano Juan Manuel Santos e il comandante delle Farc Timoshenko (vero nome Rodrigo Londono Echeverri) lo hanno confermato durante una cerimonia all'Avana, in presenza del presidente cubano Raul Castro, nella quale è stato annunciato un accordo sulla delicata questione delle conseguenze giudiziarie del conflitto.

L'accordo siglato prevede un'ampia amnistia per i delitti politici e la creazione di una "giurisdizione speciale per la pace" - integrata da magistrati colombiani, ma con l'assistenza di giuristi stranieri - che dovrà processare gli imputati per gli altri crimini, compresi quelli di lesa umanità.

"E' la prima volta nella storia che un governo e un gruppo armato illegale creano un sistema di questo tipo, dentro al proprio sistema giudiziario nazionale", ha detto Santos, sottolineando che comunque l'accordo sarà sottoposto alla volontà degli elettori colombiani.    L'intesa firmata si aggiunge agli accordi già definiti riguardo agli altri punti della trattativa, come la riforma rurale (maggio del 2013), la partecipazione politica degli ex guerriglieri (novembre 2013) e la produzione e vendita di droga (maggio 2014), lasciando la via spianata per la questione del disarmo della guerriglia e il cessate il fuoco definitivo.

Timoshenko da parte sua ha sottolineato che il sistema giudiziario creato per garantire che non vi sia impunità al termine di un conflitto nato nel lontano 1964 dovrà occuparsi non solo delle attività della guerriglia, ma anche degli altri protagonisti degli scontri violenti, come le forze di sicurezza e le organizzazioni paramilitari.

Tanto Santos quanto Timoshenko hanno sottolineato il loro impegno nel portare a buon fine la trattativa. "Il Papa ci ha detto che non possiamo permetterci un altro fallimento sul cammino della pace e della riconciliazione. Non intendiamo fallire, è arrivata l'ora della pace", ha riassunto il presidente colombiano.

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