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Caprarica: «Corbyn: uomo mite, simpatico, naif. Non è certamente un"pericolo rosso"»

Corbyn il rosso spaventa l' Europa. Intorno al nuovo leader laburista, eletto a sorpresa in Inghilterra con il 60 per cento dei consensi del partito, si raddensano in eguale misura i timori degli europeisti, e le chiose taglienti dei suoi oppositori. I più velenosi, vedono nel radicale socialista il frontman attempato di un improbabile tribute band trotzkista, risorta per sbaglio agli albori del ventunesimo secolo. Ma davvero l' avvento di Jeremy Corbyn può segnare nuove imprevedibili sorti e progressive per l' Inghilterra e per i destini dell' Europa? «Il vero rischio è che Jeremy Corbyn possa mandare in frantumi il Labour Party», annota con ironia Antonio Caprarica, storico corrispondente Rai da Londra. «Che il nuovo leader laburista possa rappresentare una svolta per l' Inghilterra o persino per l' Europa, mi pare uno spericolato esercizio di fantasia», chiosa lo scrittore. Che da pochi giorni ha dato alle stampe per Sperling & Kupfer un altro arguto saggio sull' Inghilterra, intitolato Tanto sesso, siamo inglesi!(240 pagg. 18,90 euro).

Corbyn è stato accolto come un «pericolo rosso» per l' Europa. Paura fondata?
«Dopo l' elezione di Corbyn, a essere in pericolo è soltanto il partito laburista. La sinistra inglese corre il rischio di somigliare molto da presso a quella non troppo scintillante che negli anni Ottanta del secolo scorso fu travolta dal partito conservatore. Non c' è all' orizzonte alcuna possibilità che l' Inghilterra si risvegli domattina bolscevica o trotzkista. L' idea di un pericolo rosso fa sorridere».

Che personaggio politico è Corbyn?
«Corbyn è persona mite e simpaticissima. Attento, affidabile, vegetariano, insegue ancora con ostinazione i suoi vecchi ideali sessantottini. .E. forse persuaso che l' idea di rilanciare l' opposizione alle politiche di austerità possa portarlo alla guida del Paese, ma la strada fu già vanamente tentata da Miliband. Il Labour Party volge verso un periodo di forte instabilità politica».

Per quali ragioni la base del partito ha scelto un leader così radicale?
«La scelta di Corbyn conferma un forte disagio della società britannica. Ma tale malumore non deve necessariamente essere tradotto in rivolta control' austerity o ritorni di fiamma per il socialismo. L' elezione del nuovo leader laburista è piuttosto riconducibile a quella temperie populista che dal Manzanarre all' Elba campeggia su ampia parte dell' Europa. Corbyn è insomma a sinistra l' equivalente di ciò che Farage rappresenta sul lato de Antonio Caprarica, ex corrispondente Rai da Londra stro dello scacchiere politico. Un leader che raccoglie consenso grazie alla paura degli immigrati, e a causa dei disagi dovuti alla mancanza di lavoro, di prospettive rosee, e di politiche europee vissute con diffidenza come crocicchi per banchieri e mercanti di ogni risma. Corbyn è uno degli ultimi testimoni di quell' euroscetticismo che caratterizzò la sinistra laburista fino alla metà degli anni 80. Interpreta il disagio di quanti in Gran Bretagna lamentano una forte crescita delle diseguaglianze, e guardano con indignazione a un' economia finanziaria che produce da un giorno all' altro milionari mentre i ceti medi si impoveriscono a vista d' occhio».
Ad ogni modo, impressiona l' ampia maggioranza raccolta «A questa tornata elettorale hanno potuto votare tutti gli gli iscritti, ma va chiarito che la metà di loro ha preso la tessera del partito negli ultimi tre mesi. La modifica dello Statuto ha consentito a chiunque versasse tre sterline di votare immediatamente per il nuovo segretario, secondo modalità assimilabili a quelle della democrazia dei 5Stelle».

Le sue politiche sono assimilabili a quelle di Zapatero?
«Corbyn assomiglia molto di più al leader di Podemos. E' un populista di sinistra comparabile al primo Tsipras, che di fronte alle sventure della Grecia ha poi dovuto ripiegare su posizioni più realistiche. Jeremy Corbyn inse gue ricette antiquate già sconfessate dalla storia come la rinazionalizzazione dei trasporti e dell' energia, che sarebbe un magnifico sistema per mandare a picco la Gran Bretagna a trent' anni della privatizzazione delle ferrovie».

Molti ne criticano lo stile comunicativo piuttosto naif. Una debolezza?
«Dopo anni di comunicazione agli estrogeni, gonfiata da iperboli e frasi vuote, l' avvento di Corbyn va salutato in questo senso con favore. .E. una persona autentica che, seppure non esente da pauperismo, dice pane al pane e vino al vino. .E. d' altronde un parlamentare molto corretto e incorruttibile. L' unico rimborso spese da lui richiesto in Parlamento è uno scontrino di cancelleria da 8 sterline e 50. Quanti ne criticano lo stile comunicativo sbagliano. Coerenza e onestà rappresentano per il leader laburista due ottimi atout. Il problema di Corbyn d' altra parte non è la comunicazione, ma l' inconsistenza delle sue politiche».

Nessuna possibilità di insidiare i conservatori dunque?
«Corbyn rischia di proiettare il Labour Party ai tempi di Michael Foot, asfaltato dalla signora Thatcher nel lontano 1983. Per una singolare e persino sinistra coincidenza, Corbyn fu eletto per la prima volta deputato proprio in quell' anno che fu il punto più basso della storia del Labour storia. Cinque mesi fa, a dispetto di chi pensava che l' austerità potesse condurre i conservatori alla sconfitta, Cameron ha ottenuto la maggioranza assoluta. Per quanto diseguale, la crescita inglese è stata negli ultimi anni molto consistente. Non c' è alcuna ragione plausibile per cui gli inglesi possano seguire Corbyn sull' utopico terreno della decrescita da lui professata».

Corbyn ha assunto posizioni critiche sulle barriere ai profughi. La sua elezione produrrà qualche cambiamento?
«L' Inghilterra è sempre stata il Paese dell' accoglienza. Corbyn si riallaccia a una secolare tradizione che già a partire dalla metà del 1600 e fino alla metà del 1700, consentì aun enorme numero di profughi protestanti di trovare rifugio nell' Isola. Va ricordato che interi quartieri di Londra furono costruiti dagli ugonotti francesi in fuga dalle persecuzioni di Luigi XIV. E sempre in Inghilterra trovarono riparo anche gli ebrei in fuga dai pogrom zaristi e i turchi. Corbyn è seguace di una nobile tradizione che difende con merito, in un momento in cui i conservatori britannici si trovano di fronte alla paura degli immigrati ed erigono barriere nel tentativo di inseguire Farage sul terreno dei consensi».

Alcuni lo auspicano, altri lo temono: Corbyn riuscirà a coagulare le sinistre europee?
«Soltanto immaginare che Corbyn possa riuscire a riunificare il Labour Party è di per sé un notevole sforzo di fantasia. Mi pare perciò largamente improbabile ipotizzare alleanze progressiste Oltremanica, che possano vedere in cabina di regia il nuovo leader laburista. Su questo, sia detto con simpatia per l' uomo, sarei disposto a giocarmi la camicia».

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