ROMA. In mezzo alla brutalità senza fine della guerra in Siria e ad una forte ondata di caldo estivo, ci sono prove che le parti in conflitto utilizzino le fonti d'acqua per ottenere vantaggi politici e militari: è quanto denuncia l'Unicef.
Secondo l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'Infanzia, negli ultimi mesi fino a cinque milioni di persone che vivono in città e nelle comunità in tutto il paese, tra le quali molti bambini, hanno subito le conseguenze di lunghe e a volte deliberate interruzioni delle proprie forniture idriche.
Nel nord della città di Aleppo, dove i combattimenti hanno paralizzato la principale fonte idrica per mesi, l'Unicef quest'anno ha registrato 18 interruzioni deliberate d'acqua. Senza acqua a casa, i bambini spesso hanno il compito di raccoglierla dalle fontanelle e dai punti di raccolta di strada.
Un ingegnere dell'Unicef racconta di una bambina che si è messa in fila per ore per riempire due contenitori d'acqua di piccole dimensioni, ma troppo pesanti per lei da trasportare ed è scoppiate in lacrime. Nelle ultime settimane, il conflitto è costato la vita ad almeno tre bambini mentre erano fuori per raccogliere l'acqua ad Aleppo.
La scarsità d'acqua porterà a conseguenze per le famiglie a Damasco, Deràa, Aleppo e nelle altre aree che hanno a disposizione solo acque non potabili, che espongono i bambini al rischio di contrarre diarrea, tifo, epatite e altre malattie.
Nelle ultime settimane, i prezzi dell'acqua ad Aleppo sono aumentati fino al 3.000%. Ad aggiungersi a queste sofferenze, la Siria è stata investita dalla più dura ondata di caldo degli ultimi decenni: le temperature ad Aleppo sono arrivate a 40 gradi Celsius nelle ultime settimane. L'Unicef richiama le parti in conflitto a prendere urgentemente misure per scongiurare ulteriori sofferenze per i civili in Siria.
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