BANGKOK. Quasi una settimana dopo il sanguinoso attentato di Bangkok, la polizia afferma di temere che i responsabili abbiano ormai lasciato il Paese. «Se avremo fortuna potremmo essere in grado di fare un arresto, ma il colpevole potrebbe averla già fatta franca», ha detto stamattina alla stampa il capo della polizia nazionale Somyot Poompanmoung. Il portavoce della polizia Prawut Thawornsiri afferma che l'autore dell'attentato potrebbe avere attentamente escogitato una fuga, «ma si continuerà a cercare».
Il figlio dell'ex primo ministro Thaksin Shinawatra ha più che raddoppiato la ricompensa per chi sarà in grado di fornire informazioni che portino alla cattura dell'attentatore di Bangkok, responsabile della bomba che ha causato almeno 20 morti e 123 feriti lo scorso lunedì. Panthongtae Shinawatra, primogenito del magnate che pure in autoesilio divide gli animi in patria, ha offerto 7 milioni di baht (180 mila euro), che si vanno a sommare ai 3 milioni offerti dalla polizia e ad altri 2 milioni promessi da un alto esponente delle «camicie rosse», il movimento extraparlamentare fedele a Thaksin e protagonisti delle proteste del 2010 represse militarmente dopo due mesi di occupazione del centro di Bangkok. «Mio padre mi ha dato il permesso di offrire 7 milioni di baht: due per qualsiasi informatore e cinque per quegli ufficiali che indagheranno e compieranno gli arresti», ha scritto Pangthongtae ieri sera sul suo profilo Facebook. La sorella di Thaksin, Yingluck Shinawatra, era la premier deposta dal colpo di stato del maggio 2014, che ha portato al potere l'attuale giunta militare di Prayuth Chan-ocha. Il campo politico dei Shinawatra, popolare tra le classi medio-basse in particolare nel nord-est rurale, ha vinto tutte le elezioni svoltesi dal 2001 a oggi, ed è stato estromesso dal potere da due golpe.
Intanto, a sei giorni dalla bomba di Bangkok, le autorità thailandesi hanno arrestato due persone accusate di aver diffuso false informazioni riguardo l'attentato sui social media. Lo ha annunciato questa mattina un portavoce della giunta militare in televisione. Nei giorni scorsi, il governo guidato dal generale Prayuth Chan-ocha aveva già mostrato segnali di crescente fastidio verso le critiche ricevute per la confusione delle indagini, con ufficiali della polizia e dell'esercito a rilasciare dichiarazioni contrastanti mascherando la mancanza di progressi concreti nella caccia all'attentatore. La strage al santuario Erawan ha causato 20 morti e oltre 120 feriti, di cui oltre 50 sono tuttora in ospedale.
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