BANGKOK. Il capo della polizia thailandese, Somyot Poompanmoung, ha sostenuto che l'attentato dinamitardo al santuario di Bangkok è stato compiuto lunedì da «una rete» di persone e quindi non solo dal giovane con la maglietta gialla ripreso in uno sgranato video. Lo riportano vari media thailandesi.
Sui social media molti fanno notare il sospetto comportamento di un secondo «giovane», stavolta con indosso una «maglietta rossa», ripreso nel video che inquadra il presunto attentatore mentre mentre abbandona uno zainetto all'interno del santuario Erawan. L'esplosione ha causato almeno 22 morti e più di 120 feriti.
«Non lo ha fatto da solo, è sicuro. È una rete», ha detto il capo della polizia come riporta l'agenzia AP che cita Somyot mentre si recava ad una riunione dei capi della polizia thailandese.
Intanto, ha riaperto questa mattina al pubblico il santuario Erawan di Bangkok, dove lunedì sera una bomba ha causato almeno 20 morti e 126 feriti (bilancio leggermente rivisto al ribasso dalle autorità). Lo riferiscono i media thailandesi. Il piccolo altare induista, situato in un angolo del centralissimo incrocio Ratchaprasong, è stato visitato dalle 9 di oggi da alcuni thailandesi e dai primi turisti, con dei fiori in onore delle vittime.
Sulla statua dedicata a Phra Phrom (la versione thailandese di Brahma) sono ancora chiaramente visibili alcuni segni lasciati dall'esplosione.
La Farnesina, attraverso l'ambasciata in Thailandia, ha terminato le verifiche sui nominativi dei deceduti e dei feriti dell'attentato terroristico di Bangkok. Tra questi non risulta nessun cittadino italiano. Lo riferisce una nota della Farnesina.
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