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Esplosioni a catena in Cina: il bilancio delle vittime sale a 85, più di 700 i feriti

PECHINO. Familiari dei vigili del fuoco dispersi dopo le esplosioni e l'incendio che hanno colpito la città cinese di Tianjin hanno interrotto una conferenza stampa delle autorità, chiedendo notizie dei propri cari. I funzionari avevano appena comunicato che il bilancio delle vittime è salito a 85, tra cui 21 pompieri. Altri pompieri sono considerati ancora dispersi. Un totale di 720 persone sono rimaste ferite nella serie di esplosioni iniziate con un incendio in un magazzino di container nei quali c'erano materiali infiammabili e pericolosi.

Le autorità hanno fatto evacuare ed impediscono l'accesso ad una zona di 3 km attorno al luogo delle esplosioni. Un vigile del fuoco è stato tratto in salvo dopo 32 ore dalle esplosioni a Tianjin, la metropoli portuale a 120 km da Pechino. Lo ha riferito l'agenzia cinese Xinhua. Nella zona interessata i soccorsi sono ancora alle prese per spegnere definitivamente i focolai di incendio nei pressi di sostanze chimiche potenzialmente pericolose. Le autorità di Tianjin hanno affermato che non è stato ancora possibile stabilire quali materiali fossero custoditi nel magazzino in cui ha preso il via l'esplosione.

Un alto funzionario della municipalità, Gao Huaiyou, ha precisato in una conferenza stampa che sono state rilevate «differenze significative» tra le carte della dogana e quelle della compagnia proprietaria del magazzino, la Ruihai International Logistic. Da ieri sera, 200 specialisti dell' esercito sono sul posto ma non hanno resi noti i risultati delle loro ricerche.  L'esplosione è avvenuta nel quartiere di Tanggu, che si trova nelle vicinanze del porto della metropoli, che è uno dei più grandi della Cina e tra l' altro serve la capitale, Pechino, distante circa 120 km. Gao ha chiarito che nessun materiale può essere tenuto nei magazzini per più di 40 giorni. Il deposito nel quale si è sviluppato l' incendio che ha poi causato l' esplosione, ha aggiunto, era «adatto» a contenere materiali chimici infiammabili.

Secondo Greenpeace Asia il magazzino conteneva cianuro di sodio, toluene disocianato e carburo di calcio, tutti materiali esplosivi e pericolosi per la salute se dispersi nell'aria e nell'acqua.

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