ATENE. "Il giorno dopo il referendum sarò a Bruxelles e un accordo sarà firmato", ha detto ieri sera il premier greco Alexis Tsipras in un'intervista alla tv Antenna, assicurando che la firma di un'intesa arriverà entro 48 ore dal voto. Parlando all'emittente Ant1, Tsipras ha spiegato che con la vittoria del 'no' ci sarà una "soluzione sostenibile" per la Grecia. "Questo accordo può essere il cattivo accordo che ci propongono o uno migliore: più forte è il 'no', migliore sarà l'accordo", ha detto. In caso contrario, se vincesse il 'sì' il premier greco ha spiegato che avvierà "le procedure previste dalla Costituzione" per fare in modo che la proposta delle istituzioni (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) diventi legge. In questo scenario, Tsipras ha detto che non metterà la sua "poltrona" al di sopra gli "interessi della nazione", suggerendo che potrebbe dimettersi.
Un terzo piano di salvataggio della Grecia, nei prossimi tre anni, costerebbe 50 miliardi di euro. E' la previsione del Fondo Monetario Internazionale. Mentre Standard & Poor's calcola che l'eventuale uscita della Grecia dalla zona euro 'costerebbe' all'Italia 11 miliardi di maggiori tassi di interesse sul debito. Intanto, il ministro delle Finanze Greco, Yanis Varoufakis, è pronto a lasciare in caso di vittoria dei 'sì' al programma dei creditori internazionali. Ma il presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, davanti al suo Parlamento avverte Atene: se i greci voteranno 'no' sarà "incredibilmente difficile" mettere in piedi un nuovo salvataggio. Un avvertimento, neanche tanto velato, sulle possibili conseguenze del voto di domenica. Intanto, è giallo sui sondaggi: la società Gpo ha smentito di aver fatto il rilevamento pubblicato online dal quotidiano 'Kathimerini' in cui si dava in vantaggio i 'sì'. Dall'Italia Renzi è sicuro che lunedì la Grecia tornerà a trattare. E Visco rassicura: siamo in grado di far fronte alle turbolenze
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