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Inferno di acqua e fuoco in Ghana, esplode stazione di servizio: 200 morti

Una tragedia la cui entità non ha ancora trovato un bilancio stabile e che ha indotto il presidente ghanese, John Dramani Mahama, a usare il termine «catastrofe» e a imporre tre giorni di lutto nazionale

ACCRA. È aumentato a oltre 200 il bilancio delle vittime dell'esplosione che mercoledì notte ha distrutto una stazione di servizio nella capitale del Ghana, Accra. Lo riportano i media internazionali, che citano il ministero dell'Interno del Paese. Il presidente del Ghana, John Dramani Mahama, ha annunciato tre giorni di lutto nazionale a partire da lunedì. La stazione di servizio era affollata di gente e cercava di sfuggire alla furia delle piogge torrenziali che stavano allagando le strade.

Il disastro, secondo la prima ricostruzione, è il frutto dell'azione combinata di acqua e fuoco: è stato lo stesso fango, che già scorreva a fiumi e invadeva case e negozi dell'affollato e trafficato quartiere di Accra, a trasportare del carburante dal distributore di benzina ad una  casa vicina in cui c'era un fuoco o dove comunque c'era qualcosa che bruciava. E la nafta,
che brucia anche sull'acqua, come una miccia ha portato le fiamme fino alle pompe di carburante, che sono esplose una dopo l'altra con delle nuvole di fuoco, mentre sotto la tettoia vi erano stipate decine di persone che cercavano riparo. La forza dell'esplosione ha devastato anche case ed edifici vicini in una sorta di domino di fuoco che ha carbonizzato decine di persone.

Altre, secondo le stime serali, sono morte annegate, trascinate dal torrente d'acqua, nel tentativo di scampare alle fiamme. Il presidente Mahama, che ha visitato di persona il luogo del disastro, in tarda serata è stato costretto a comunicare in una conferenza stampa il raddoppio del bilancio, ancora provvisorio, dopo che la mattina era stato diramato un primo bollettino che parlava di 73 vittime. In immagini mostrate in tv si vedono corpi carbonizzati ammucchiati sul cargo di pick-up e altri che vengono estratti dalle macerie, il tutto in mezzo al fango e alla pioggia torrenziale.

L'obitorio dell'ospedale 37 di Accra è pieno e i feriti sono distribuiti in vari altri luoghi di cura. Il governo ha già stimato che ci vorranno almeno 12 milioni di dollari per i primi soccorsi e per riparare i danni e le infrastrutture. Ed è probabile, notano molti osservatori, che ci sarà un'ondata di critiche al governo, accusato di aver trascurato strade e infrastrutture essenziali, anche nella capitale, dove c'è anche una crisi energetica. E che ha reso possibile il duplice disastro dell'alluvione e dell'incendio in una zona della città affollata e piena di traffico e dove afferiscono varie stazioni di autobus.

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