KATHMANDU. L'ambasciatrice dell'Unione europea (Ue) in Nepal, Rensje Teerink, ha dichiarato oggi che «cerchiamo ancora di contattare 1.000 cittadini europei» che erano nelle valli nepalesi il giorno del sisma del 25 aprile. Ai giornalisti la Teerink ha precisato che «non li abbiamo rintracciati e non sappiamo in che condizioni siano». Da parte sua un responsabile del team italiano nella capitale nepalese ha detto che per quello che ci riguarda, «stiamo lavorando solo su un caso o due».
L'ambasciatrice ha poi indicato che i cittadini europei deceduti «sono per il momento 12». Secondo informazioni raccolte da fonti diplomatiche sul posto, ad esempio, al momento del terremoto c'erano in Nepal 2.000 francesi impegnati nei diversi percorsi di trekking. E Parigi non ha ancora notizie di circa 500 di essi, anche se esistono informazioni riguardanti un gran numero di stranieri bloccati nelle valli senza mezzi di comunicazione ed in attesa di soccorsi. Intanto le autorità nepalesi hanno fornito oggi le prime informazioni in loro possesso riguardanti i cittadini stranieri di ogni parte del mondo dispersi o morti a causa del terremoto. Secondo la polizia, i cittadini stranieri di cui non si hanno notizie sono 46, di differenti nazionalità, mentre vi sarebbe la conferma della morte di 43 altri.
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