In precedenza erano Yemen, Iraq, Afghanistan, Cecenia e Balcani, gli scenari di guerra che attraversavano i combattenti partiti dall'Europa. Ma a mettersi in viaggio allora erano in pochi. Il boom - una vera emorragia di giovani pronti a sposare la causa del jihad - c'è stato con la guerra in Siria. Negli ultimi due anni i dati sono stati in continua crescita e ora si stimano tra tremila e cinquemila «travellers» (viaggiatori) europei, molti di loro radicalizzati e addestrati, vere bombe a orologeria, pronti a far esplodere il terrore al loro ritorno, come dimostrano le scorribande sanguinarie di Mohamed Merah; la sparatoria al museo ebraico di Bruxelles; gli attentati a Parigi; e la cellula jihadista smantellata a Verviers, in Belgio, mentre stava pianificando un attentato.
FRANCIA. Di fatto la Francia è il primo Paese in Europa per numero assoluto di fighters, 930 in tutto secondo il ministro dell'Interno Bernard Cazneuve (14 ogni milione di abitanti), seguita dalla Gran Bretagna dove se ne stimano 600, ma sono Svezia e Belgio ad avere il numero relativo piu' alto. Nel primo si parla di 32 combattenti per milione di abitanti, per un totale tra i 250 ed i 300, mentre per il Belgio sono 27 per milione, per oltre 300 complessivi.
ITALIA. In Italia si stima la presenza di un centinaio di jihadisti che abitano regolarmente nel Paese, tra questi una decina sono donne. Si tratta perlopiù di magrebini di seconda generazione, residenti in Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Veneto e Lazio, che puntano ad accreditarsi con Al Qaeda e Isis aprendo blog e gruppi social. Ma l'Italia è anche un hub, una porta per raggiungere la Siria o ritornare in Ue, fino ad ora usata da almeno 53 fighters, di questi solo quattro gli italiani.
LE CELLULE DORMIENTI. Stando ad una «mappa» messa a punto da servizi segreti e di sicurezza europei e mediorientali, in Europa ci sarebbero fino a 20 cellule jihadiste dormienti, pronte ad agire in Francia, Germania, Belgio e Olanda, composte in tutto da 120-180 uomini. Con una «minaccia imminente» di attacchi in Belgio e in Olanda. In particolare è l'Isis ad aver dato direttive ben precise agli estremisti di ritorno. Indicazioni che chiedono di lanciare attacchi terroristici contro obiettivi specifici.
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