BERLINO. Una malattia nascosta che è improvvisamente riemersa dopo una banale crisi di coppia, provocando una strage. Andreas Lubitz, il co-pilota dell'Airbus 320 della Germanwings che ha causato lo schianto dell'aereo con 150 persone a bordo contro una montagna francese soffriva di depressione, ma nessuno dei suoi datori di lavoro lo sapeva.
La procura di Dusseldorf ha trovato nell'appartamento del copilota Andreas Lubitz un certificato di malattia per il giorno della tragedia. Lo riferisce lo Spiegel, mentre gli inquirenti riferiscono che l'uomo avrebbe nascosto a Germanwings i suoi problemi. In particolare, nel 2009 gli fu diagnosticato 'un grave episodio depressivo poi rientrato' e sarebbe stato sotto trattamento psichiatrico per un anno e mezzo. Inoltre di recente avuto 'una crisi di coppia con la sua ragazza'. La procura continua a escludere moventi di carattere politico-religioso, e non ha trovato nessuna lettera d'addio.
«Un giorno farò qualcosa che cambierà completamente il sistema, e tutti conosceranno il mio nome e se lo ricorderanno»: Andreas Lubitz aveva pronunciato queste parole parlando con l'allora fidanzata, che oggi si confida con Bild. Si arrabbiava parlando di lavoro: «Troppo poco denaro, paura per il contratto, troppa pressione».
«Una notte si è svegliato e urlava "Precipitiamo!", perchè aveva avuto un incubo. Ma poteva nascondere bene agli altri quel che gli stava veramente
accadendo». Andreas Lubitz aveva una personalità disturbata: è quanto emerge dall'intervista a un'ex fidanzata pubblicata dal tabloid Bild. «Mi sono separata da lui perchè diventava sempre più chiaro che aveva dei problemi - ha detto la ragazza, una hostess - Nelle conversazioni a un certo puntoperdeva il controllo e mi urlava contro. Avevo paura. Una volta si è persino chiuso in bagno per un lungo periodo».
Privatamente esce l'immagine di un uomo gentile: «Durante i voli era una persona carina e aperta. Privatamente era molto tenero, un uomo che aveva bisogno d'amore. Era una brava persona, in grado di essere tanto dolce. Mi regalava fiori», racconta sotto anonimato la ventiseienne, che fa l'assistente di volo. Poi il quadro cambia: «Abbiamo parlato sempre molto anche di lavoro e in quei frangenti era un'altra persona. Si arrabbiava per le condizioni in cui dovevamo lavorare. Troppo poco denaro, paura per il contratto, troppa pressione». Secondo la giovane Lubitz aveva già in mente per questo un gesto eclatante: «Da quando ho sentito del disastro mi torna sempre in mente una frase che ha detto. 'Un giorno farò qualcosa che cambierà l'intero sistema e tutti allora conosceranno il mio nome e se lo ricorderannò. Non ho mai capito cosa intendesse, ma ora ha un senso». La relazione è durata cinque mesi, in cui i due hanno spesso volato insieme e condiviso stanze d'hotel nascondendo la relazione ai colleghi, racconta Bild. «Ci siamo conosciuti l'anno scorso su un volo, ci siamo scambiati i numeri di telefono e siamo rimasti in contatto. Di lì le cose sono cresciute, ma non ho mai voluto che diventasse ufficiale. Per questo ci incontravamo in hotel, perchè non mi piace mischiare l'amore con il lavoro».
«Lo ha fatto perchè si è reso conto che a causa dei suoi problemi di salute il suo grande sogno di lavorare per Lufthansa, di un lavoro come capitano e
come pilota di voli a lungo raggio sarebbe stato praticamente impossibile»: lo racconta l'ex fidanzata di Andreas Lubitz alla Bild. «Se poi si sono aggiunti problemi d'amore, non so».
Non ha mai parlato molto della sua malattia. Solo del fatto che per questo era sotto trattamento psichiatrico»: lo ha detto al tabloid Bild la ex fidanzata 26enne di Andreas Lubitz, il copilota responsabile della tragedia del volo Germanwings, confermando indirettamente che, almeno fino all'anno scorso, durante la loro relazione, era in cura.
In centro volo Montabaur, Lubitz era normale' - "Non mi sono mai accorto di una cosa del genere. Mi è sempre sembrato un ragazzo assolutamente normale. Dei problemi di cui parla oggi la Procura non so nulla". Dieter Wagner, membro dell'Associazione di Volo LSC di Montabaur, racconta all'ANSA davanti agli aerei leggeri utilizzati dai giovani della zona, di aver conosciuto bene Andreas Lubitz . Era amico di mia nipote", aggiunge, ribadendo che nessuno all'Associazione, a suo avviso, sarebbe stato a conoscenza dei problemi psicologici del copilota di Germanwings. Un altro associato, Ernst Mueller, descrive gli alianti utilizzati dai giovani di Montabaur. Mostrandone uno bianco, a due posti, senza motore, l'uomo spiega: "su un modello come questo, se non proprio su questo aereo, ha imparato a volare Andreas Lubitz". Mueller racconta di aver smesso di volare da qualche anno a causa di una problema agli occhi, "non si può volare se non si è nelle condizioni giuste". Il ragazzo di cui tutti parlano oggi nel piccolo centro tedesco, lui non lo conosceva. "Sono troppo anziano, non conosco quelli così giovani", conclude prima di accingersi a riparare un piccolo mezzo di volo leggero nell'hangar che si trova a pochi chilometri dalla casa del pilota responsabile del disastro aereo di Germanwings.
"La passione di Lubitz era volare sulle Alpi". Lo ha raccontato all'ANSA Dieter Wagner, nel Centro volo di Montabaur, cittadina di origine del copilota di Germanwings responsabile del disastro. "Con l'Associazione - ha affermato l'uomo - abbiamo fatto delle escursioni sulle Alpi francesi. Lui era amico di mia nipote e volavano insieme". Nella missione in Francia con l'Associazione avrebbero sorvolato una zona a pochi chilometri da dove è avvenuto l'impatto dell'Airbus A320 con la montagna.
MAI PIU' SOLI IN CABINA - Lufthansa ha aumentato le misure di sicurezza in volo: obbligatoria la regola della doppia presenza costante in cabina di pilotaggio. La misura è stata presa in accordo con l'autorità federale per il volo e le altre compagnie tedesche. Anche l'agenzia Ue per la sicurezza aerea (Easa) potrebbe raccomandare, a breve, la presenza di non meno di due membri dell'equipaggio nella cabina di pilotaggio dell'aereo durante il volo. Si apprende da fonti europee. Secondo ufficiali Ue "consultazioni sono in corso con gli Stati membri e gli stakeholders". Questo dopo quanto accaduto a bordo dell'Airbus di Germanwings, schiantatosi nelle Alpi francesi. Sull'on-line russo Sputnik International, che riprende la tv finlandese Yle Tv, si riporta la dichiarazione del presidente del consiglio di amministrazione di Easa, il finlandese Pekka Henttu, secondo il quale la decisione di prevedere sempre almeno due membri dell'equipaggio nella cabina di pilotaggio, sarà pubblicata venerdì. Secondo Henttu una delle due persone nel cockpit può essere un qualsiasi membro dell'equipaggio, incluso un assistente di volo. Attualmente il regolamento prevede che un pilota sia costantemente presente in cabina di pilotaggio, mentre il collega può uscire per "bisogni fisiologici" o motivi di servizio.
LA RICOSTRUZIONE DEL DISASTRO - L'analisi delle scatole nere non lascia dubbi. Andreas Lubitz si era barricato all'interno della cabina con l'intenzione di "distruggere l'aereo".. Ha lasciato il comandante fuori, ed ha lanciato l'airbus della GermanWings contro la montagna provocando una carneficina. Secondo il sito web che monitora i voli civili Flightradar24, i dati del transponder mostrano che l'autopilota del volo 9525 della Germanwings è stato riprogrammato da qualcuno in cabina di pilotaggio in modo da modificare l'altitudine dell'aereo da 38.000 a 100 piedi. "Tra le 9:30'52" e le 9:30'55" - si legge sul forum di Flightradar24 - l'autopilota è stato modificato manualmente da 38.000 piedi a 100 piedi e 9 secondi dopo l'aereo ha iniziato a scendere, probabilmente con l'impostazione 'discesa aperta' dell'autopilota".
Dalla scatola nera dell'airbus del Germanwings ritrovata risulta infatti che prima il copilota Andreas Lubitz ed il comandante chiacchieravano. Poi il comandante è uscito fuori dalla cabina ma al ritorno ha trovato trova la porta sbarrata ed ha cercato di aprirla.
Caricamento commenti
Commenta la notizia