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Attacco ad un hotel di Mogadiscio: sale a 17 il numero delle vittime

E' di almeno nove morti il bilancio dell'attacco lanciato dai fondamentalisti somali al Shabaab ad un noto albergo di Mogadiscio frequentato da politici

MOGADISCIO.  È terminato con un bilancio ufficiale di 17 morti l'assedio delle truppe governative somale al gruppo di integralisti al Shabaab barricato da ieri in un albergo di Mogadiscio. Lo riferiscono fonti delle truppe governative.

Le forze di sicurezza hanno detto di aver ripreso il controllo dell'intero edificio. In precedenza si era appreso che gli uomini armati avevano preso il
controllo del terzo e del quarto piano dell'edificio. Si ignora al momento chi siano le vittime. Secondo la Bbc, tra loro si troverebbe l'ambasciatore somalo in Svizzera Yussuf Bari Bari. Altre fonti hanno riferito che gli assalitori sarebbero stati nove.  L'hotel Maka Al-Mukarramah nella capitale Mogadiscio,
frequentato da politici e personalità locali, era stato attaccato ieri dagli Al-Shabaab, un gruppo estremista islamico legato ad al-Qaida. Il gruppo è rimasto asserragliato nell'edificio per oltre 12 ore.

Il Corno d'Africa, quindi,  torna ad infiammarsi con un nuovo attacco degli al Shabaab. Erano almeno una decina le vittime del blitz lanciato ieri contro un noto albergo di Mogadiscio frequentato in particolare da parlamentari somali e personale diplomatico. Almeno 12 i feriti. La dinamica dell'attacco - rivendicato ore dopo dagli stessi fondamentalisti islamici legati ad al Qaida - resta ancora al vaglio delle forze dell'ordine, impegnate dal pomeriggio a respingere i jihadisti che a finer giornata erano ancora asserragliati all'interno. Dopo avere fatto esplodere un'autobomba davanti all'entrata principale del Maka Al-Mukarramah, un gruppo di miliziani è penetrato dentro la struttura prendendo in ostaggio diverse persone. Alcuni miliziani sono poi saliti sul tetto dell'hotel e hanno cominciare a sparare all'impazzata, stando al racconto del capitano Mohammed Hussein. L'arrivo della polizia e delle forze speciali ha poi scatenato l'inferno con un pesante conflitto a fuoco.

Il bilancio delle vittime resta provvisorio e le autorità temono che nelle prossime ore possa aumentare. Resta ancora da chiarire quante persone siano rimaste intrappolate nell'albergo quando l'attacco è stato lanciato. Scene di panico si sono verificate immediatamente nella capitale. Testimoni hanno
parlato di almeno quattro esplosioni seguite da intense sparatorie. Testimoni hanno raccontato che alcune persone hanno cercato scampo lanciandosi dalle finestre. Uno, uscito indenne da quell'inferno di fuoco, ha poi detto che gli assalitori sparavano a destra e a manca giustiziando chiunque si trovasse
sul loro cammino.  Non è la prima volta che gli alberghi della capitale somala
vengono presi di mira. L'attacco più sanguinoso risale al 20 febbraio quando i jihadisti si lanciarono contro il Central hotel uccidendo una ventina di persone, tra cui il vicesindaco della capitale.  Dopo avere dettato legge e avere messo a ferro e fuoco Mogadiscio tra il 2007 e il 2011 il gruppo terroristico è stato cacciato dalla città dalle forze internazionali dell'Unione Africana e del contingente Amisom e si è stabilito nelle aree meridionali del Paese, imponendo alle popolazioni locali una rigida interpretazione della Sharia.
Le loro azioni mordi e fuggi hanno anche investito i Paesi confinanti con la Somalia: il Kenya in primis con il terribile attentato nel settembre del 2013 ad un centro commerciale di Nairobi che causò la morte di 67 persone. Una ritorsione per l'intervento dell'esercito kenyano a sostegno delle forze Onu a
Mogadiscio.

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