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Miliardario americano confessa tre omicidi in tv a microfoni spenti

Robert Durst, eccentrico erede di una delle famiglie più ricche d'America sospettato di tre misteriosi omicidi tra il 1982 e 2001

NEW YORK. "I killed them all". E' finita con una involontaria "confessione" su HBO la lunga fuga di Robert Durst, eccentrico erede di una delle famiglie più ricche d'America sospettato di tre misteriosi omicidi tra il 1982 e 2001: "Che diavolo ho fatto? Li ho uccisi tutti, naturalmente ", ha mormorato Durst pensando di non essere ascoltato mentre le sue parole erano invece registrate dai microfoni del documentario 'The Jinx'.

L'ultima di sei puntate della serie di Andrew Jarecki è andata in onda domenica, 24 ore dopo l'arresto a New Orleans di Durst in relazione a uno dei tre omicidi. Settantuno anni, rampollo di una famiglia che possiede una decina di grattacieli a New York tra cui gli iconici Bank of America e la Freedom Tower a Ground Zero, Durst era in bagno e pensava che il microfono fosse spento dopo esser stato intervistato a lungo da Jarecki sulla morte dell'amica e portavoce Susan Berman, figlia di un boss della mafia di Las Vegas, uccisa a Beverly Hills nel 2000 con un colpo di pistola alla nuca prima che la polizia di New York potesse interrogarla sulla sorte di Kathleen, la moglie di Durst, misteriosamente scomparsa 18 anni prima.

La registrazione risale a tre anni fa ma e' stata scoperta per caso solo l'anno scorso e mesi fa la troupe di 'The Jinx' l'ha consegnata alle autorita'. Durst sara' adesso estradato in California. Suo fratello Douglas, che negli anni Novanta ha ereditato la guida di un impero da 4 miliardi di dollari, si è detto sollevato: "Finalmente potrà rispondere per quel che ha fatto". Per l'avvocato Chip Lewis, e' stata tutta una mossa pubblicitaria. "Roba da Hollywood. Nulla nelle parole di Robert costituisce ammissione di colpevolezza". Un assassinio e due morti sospette: l'ultimo atto del caso Durst e' lo sviluppo sensazionale di una vicenda che per oltre trent'anni ha diviso l'opinione pubblica americana.

E' stato lo stesso Robert a rimettere involontariamente in moto l'inchiesta dopo aver accettato di farsi intervistare da 'The Jinx'. "Jarecki e' riuscito in quello che le polizie di tre stati non sono riusciti a fare in 30 anni", ha commentato Jeanine Pirro, l'ex procuratore capo di Westchester il cui ufficio aveva indagato invano per sei anni sulla scomparsa di Kathleen Durst. La polizia di New Orleans ha messo le manette a Durst temendo che fosse sul punto di scappare a Cuba. Una scelta possibile, visto che più volte il miliardario si era reso uccel di bosco.

Lo aveva fatto nel 2000, quando la polizia aveva cominciato a seguire nuove piste sulla scomparsa di Kathleen: era scappato in Texas nascondendosi in una casa di Galverston, vestito da donna. L'anno dopo, una nuova fuga, stavolta con un mandato di arresto per la morte del vicino Morris Black, che poi, per sua stessa ammissione, aveva fatto a pezzi con una sega e un coltello da cucina. Dopo una caccia all'uomo in vari stati Usa, Durst era stato "beccato" in Pennsylvania per aver rubato un sandwich da un supermercato. Al processo per omicidio l'aveva fatta franca riuscendo a convincere la giuria che Black era stato ucciso da un colpo di pistola partito accidentalmente durante una rissa. Lui poi lo aveva smembrato "finche' non aveva nuotato nel sangue".

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