NEW YORK. Twitter, nonostante le minacce, continua la sua guerra contro l'Isis: negli ultimi giorni il sito di microblogging ha sospeso almeno 2.000 account legati al califfato e ai suoi sostenitori. Secondo i media statunitensi, tra i siti chiusi ci sono alcuni tra i più importanti canali propagandistici del messaggio dello Stato Islamico. Secondo l'analista J.M. Berger, tra i siti sospesi ci sono 13 dei 16 account considerati i più importanti canali di propaganda dell'Isis. «Twitter ha fatto molto durante la scorsa settimana - ha affermato Berger - Li ha colpiti in modo abbastanza duro».
L'analista ha anche commentato le recenti minacce rivolte alla società dallo Stato Islamico: «Io certamente sarei preoccupato se fossi Twitter», ha dichiarato Berger, co-autore con Jessica Stern del libro 'ISIS: Lo Stato del Terrorè, in uscita la prossima settimana. Una fonte ben informata sulla vicenda ha poi spiegato che l'operazione anti-propaganda di Twitter non è stata portata avanti a causa delle pressioni del governo americano, poichè l'intelligence statunitense preferirebbe al contrario che gli account rimanessero aperti per raccogliere informazioni.
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