BEIRUT. È salito a 220 il numero di cristiani assiri rapiti dall'Isis in Siria. Lo rende noto l'Osservatorio Nazionale per i Diritti Umani (Ondus), spiegando che i jihadisti hanno catturato altre decine di persone da 11 villaggi nella provincia di Hassakeh, negli ultimi tre giorni. Le stime precedenti parlavano di 150 cristiani sequestrati.
Crescono in Siria i timori per la vita dei cristiani rapiti nel nord-est del Paese dall'Isis. Mentre nel vicino Iraq i jihadisti del Califfato hanno sequestrato oltre un centinaio di persone di un clan tribale a loro ostile, tra i quali figurano nove bambini. L'Assyrian Human Rights Network, citato dalla televisione Cnn, afferma che i cristiani assiri tenuti in ostaggio dallo Stato islamico dopo l'offensiva dei giorni scorsi nella provincia di al Hasakah, sono appunto 150 e aggiunge che presto i jihadisti diffonderanno un video messaggio - indirizzato al presidente Usa Barack Obama e ad altri leader della Coalizione anti-Isis - in cui minacciano di uccidere gli ostaggi. Altre fonti forniscono cifre diverse.
Un giovane cristiano assiro di nome Milad risulta essere invece l'unica vittima civile di questo raid dell'Isis. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) e l'agenzia governativa siriana Sana continuano da parte loro a parlare di una novantina di ostaggi. Alcuni, precisa la Sana che cita fonti locali, sono stati trasferito nella cittadina di Al Shaddadi, «roccaforte dello Stato islamico nella provincia di Al Hasakah». Nella regione, a poche decine di chilometri dalle frontiere con la Turchia e con l'Iraq, continuano intanto intensi i combattimenti tra i miliziani curdi e lo stesso Isis, le cui postazioni, secondo l'Ondus, vengono colpite dai jet della Coalizione internazionale a guida americana.
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