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Ondata di suicidi a Mosca: molti erano malati di cancro

I media russi hanno tuttavia ipotizzato che uno dei motivi potrebbe essere legato alle carenze del sistema sanitario nel curare e sostenere questa fascia di pazienti e alle difficoltà di accedere ai farmaci necessari per trattare il dolore

MOSCA. Il Comune di Mosca ha avviato accertamenti su un'ondata di suicidi commessi anche da malati di cancro, oltre 10 su 70 nel mese di febbraio. Lo ha annunciato Leonid Peshatnikov, vicesindaco per gli affari sociali, sostenendo però che la maggior parte dei suicidi non ha nulla a che fare con il cancro e lanciando una linea telefonica 'rossa' per l'assistenza psicologica e farmacologica.

I media russi hanno tuttavia ipotizzato che uno dei motivi potrebbe essere legato alle carenze del sistema sanitario nel curare e sostenere questa fascia di pazienti e alle difficoltà di accedere ai farmaci necessari per trattare il dolore.

Il problema era finito al centro dell'attenzione un anno fa, quando l'ex contrammiraglio Viaceslav Apanasenko si sparò, lasciando una lettera nella quale spiegava il suo gesto con l'impossibilità di procurarsi gli antidolorifici. Il suo fu il caso più clamoroso di una serie di suicidi di malati di cancro. All'epoca Peshatnikov spiegò il drammatico fenomeno con «l'aggravarsi dei disordini psichiatrici» causato dal mutevole tempo primaverile.

Dopo quell'ondata di suicidi, lo scorso dicembre la Duma - il ramo basso del parlamento - ha modificato la legge per agevolare l'erogazione dei farmaci ai malati di tumore, estendendo tra l'altro la validità delle prescrizioni da 5 a 15 giorni e allargando la lista dei centri abilitati a dispensare le medicine del caso. Ma la legge entrerà un vigore solo in giugno.

Ad aggravare la situazione il taglio del bilancio statale per le cure specialistiche, compreso il cancro: dai 2,6 milioni di dollari del 2012 ai 72 del 2015.

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