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New York, carcere a vita per l'ex imam Abu Hamza

Condannato all'ergastolo, dopo che nel maggio scorso era stato riconosciuto colpevole di 11 capi d'accusa relativi ad attacchi terroristici

NEW YORK. L'ex imam radicale della moschea londinese di Finsbury Park Mostafa Kamel Mostafa, meglio noto come Abu Hamza al Masri, trascorrerà il resto della sua vita dietro le sbarre: un tribunale di New York lo ha  condannato all'ergastolo, dopo che nel maggio scorso era stato riconosciuto colpevole di 11 capi d'accusa relativi al terrorismo.

Abu Hamza al Masri, che ha 57 anni, era stato accusato tra l'altro di aver contribuito nel 1998 alla presa in ostaggio di 16 turisti occidentali in Yemen (quattro dei quali rimasero poi uccisi), tra cui cittadini americani, britannici e austriaci.

Non solo: anche di aver tentato di allestire un campo di addestramento per terroristi in Oregon, e di aver sostenuto il terrorismo internazionale inviando uno dei suoi seguaci ad addestrarsi in un campo di al Qaida in Afghanistan.

Proprio il giornale britannico Daily Telegraph scrive che Cherif Kouachi, uno dei due terroristi che hanno compiuto la strage nella redazione di Charlie Hebdo, è stato arruolato in carcere da un seguace di Abu Hamza, ovvero un terrorista franco algerino di nome Djamel Beghal, incarcerato per il suo ruolo in Al Qaeda.

Dopo aver trascorso otto anni in una prigione britannica, Abu Hamza è stato estradato negli Usa nel 2012. Secondo quanto si sa, ha combattuto in Bosnia e Afghanistan dove ha perso l'occhio sinistro e le mani (famoso è il suo uncino al posto della mano destra). Lui sostiene invece di aver perso le mani in un incidente sul lavoro, come ingegnere, in Pakistan.

Venne arrestato a Londra nel 2004 con l'accusa di istigazione all'odio razziale e alla violenza, a causa dei suoi sermoni incendiari. Pochi mesi prima era stato cacciato dalla moschea in cui predicava la guerra santa contro l'occidente e regimi mediorientali accusati di infedeltà. Sempre nel 2004 arrivò la richiesta di estradizione di Washington.

Durante la detenzione negli Usa, all'ex imam le autorità americane hanno fornito nuove protesi, suscitando anche qualche polemica per il fatto che sono state pagate dai contribuenti Usa.

Dopo il verdetto di colpevolezza, i suoi avvocati avevano esortato i giudici a tener conte nella condanna del fatto che,  essendo privo di un occhio e delle mani, Abu Hamza è fortemente menomato. «Ribadisco che sono innocente», ha affermato lui prima della lettura della condanna. L'accusa ha invece sostenuto che è un «terrorista globale» e la condanna stabilisce che si tratta di una accusa fondata.

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