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La Tunisia al voto per eleggere il presidente: favorito il laico Essebsi

L'anziano leader del primo partito del Paese, il laico Nidaa Tounes, sfida l'attuale presidente della Repubblica provvisorio, Moncef Marzouki, sostenuto dagli islamici. Schierate al massimo le misure di sicurezza attorno ai seggi

TUNISI. In Tunisia via  al ballottaggio per l'elezione del primo presidente della Repubblica del dopo Ben Ali scelto dal popolo. Il favorito dai sondaggi Bèji Caid Essebsi, anziano leader del primo partito del Paese, il laico Nidaa Tounes, sfida l'attuale presidente della Repubblica provvisorio, Moncef Marzouki, sostenuto dagli islamici.

I tunisini chiamati alle urne sono oltre 5 milioni e i seggi resteranno aperti dalle 8 alle 18 ora locale e italiana. Exit poll sono attesi in tarda serata.

Il favorito dai sondaggi Bèji Caid Essebsi, anziano leader del primo partito del Paese, il laico Nidaa Tounes, sfiderà l'attuale presidente della Repubblica provvisorio, Moncef Marzouki, sostenuto dagli islamici.

 Imponente l'apparato di sicurezza messo in campo dalle autorità tunisine con oltre 60mila uomini tra esercito e forze dell'ordine a garantire da colpi di coda del terrorismo il regolare svolgimento delle operazioni elettorali e nutritissima la presenza di osservatori elettorali nazionali ed internazionali (quasi 30mila), tra cui quelli dell'Ue e di migliaia di giornalisti di tutto il mondo.

Per precauzione fino a mercoledì prossimo restano chiusi i valichi di frontiera con la Libia di Ras Jedir e Dehiba.  I cittadini chiamati alle urne sono oltre 5 milioni e i seggi resteranno aperti dalle 8 alle 18, mentre all'estero le votazioni sono già cominciate ieri. Le prime indicazioni sui risultati si potranno conoscere domani solo in tarda serata con la diffusione degli exit poll, ma per i risultati ufficiali bisognerà attendere 24 ore dalla chiusura dei seggi.

 Il ballottaggio, molto sentito dai tunisini, conclude il processo di transizione democratica iniziato nel Paese nordafricano oltre tre anni fa con le elezioni del 23 ottobre 2011.

Un Paese desideroso di giungere quanto prima ad una normalizzazione della vita politica, considerate le pesanti sfide poste dalla crisi economica e dalla minaccia del terrorismo islamico.

 Essebsi, 88 anni, avvocato, veterano della scena politica tunisina e strenuo difensore dello stato di diritto, ha ottenuto nel primo turno il 39,46% ed è in testa ai sondaggi con sei punti di vantaggio.

Si considera erede del padre dell'indipendenza tunisina Habib Bourguiba e dei suoi valori e fu lui, dopo le elezioni del 23 ottobre 2011, a passare il testimone ad Hamadi Jebali del partito islamico moderato Ennhadha.

Moncef Marzouki, il presidente eletto dall'Assemblea Costituente dopo il suo rientro dall'esilio all'indomani della cacciata di Ben Ali, arriva al ballottaggio forte del 33,43% delle preferenze degli elettori.

Scrittore, medico e militante dei diritti dell'uomo, ha impostato tutta la sua campagna elettorale sulla difesa dei valori della rivoluzione e contro il ritorno del vecchio regime, a suo modo di vedere, impersonato dal suo avversario.

Il partito islamico Ennhadha ha riaffermato, anche per il secondo turno, la propria decisione di non sostenere alcun candidato, lasciando quindi liberi i propri elettori che al primo turno sono andati a votare in massa per Marzouki.

Rilevante potrebbe essere il fattore astensionismo, specie quello giovanile, che potrebbe giocare un ruolo importante nel determinare l'esito finale. Alcuni osservatori intravedono nell'eventuale vittoria di Essebsi un rischio di monopolio istituzionale, con l'accumulo da parte di Nidaa Tounes delle cariche di Presidente della Repubblica, capo del governo e presidenza del Parlamento.

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