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Berlino, quella sera in cui soffiava il vento che stava cambiando l’Europa

Gli equilibri mondiali mutavano, l’era nuova era già iniziata: Berlino “seguì” semplicemente un’onda che spazzava via il passato

Le celebrazioni dei grandi eventi sono fatte, più spesso che no, dalla coincidenza di tanti piccoli fatti e parole. Che vanno lette tutte assieme, altrimenti si rischia di riscaldare un ricordo in forma molto inesatta. Lo si è visto anche nelle ultime ore quando è stato ricordato uno dei fatti che hanno dipinto il ritratto finale del ventesimo secolo, in colori e in forma in buona parte non fedele. Dicono che il 9 novembre 1989 sia «cambiato il mondo», oppure l'Europa, oppure la Germania. E invece converrebbe forse guardare se e quanto e in che direzione è cambiata Berlino. Fuori dalle inevitabili rievocazioni retoriche e anche da parole «alternative». La realtà è quasi sempre più complessa, contraddittoria. Cominciano dal basso, l'ex Germania Orientale si appresta a segnare un quarto di secolo di unità nella libertà installando il primo «governatore» comunista di una sua regione.

È, per la cronaca, la Turingia, che in base al voto del settembre scorso e dopo laboriose consultazioni, vedrà ora nascere un governo di coalizione: i socialdemocratici più i Verdi più quel partito che si chiama oggi «Die Linke», «La Sinistra» ma che discende direttamente dalla Sep, Sozialistische Einheit Partei, il partito «Unità Socialista» formato subito dopo l'occupazione sovietica. Non è un evento drammatico, forse è solo una curiosità, ma è indicativo di qualcosa: che la concentrazione dei sentimenti e delle volontà sul passato comincia a diluirsi fra le opportunità del presente, anche meschine, e i temi del futuro. Fino adesso al potere in Turingia c'è la Cdu della signora Merkel, in coalizione con i socialdemocratici, che però dall'ultima «conta» alle urne sono crollati al 12 per cento, un segno di stanchezza che li ha indotti al salto della quaglia. Non ci saranno conseguenze, il resto della Germania se ne dimenticherà entro un paio di settimane, l'Europa neppure se ne accorgerà. Rimarrà soprattutto come segno che niente è così semplice.

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