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Ottawa, spari al Parlamento. Il premier: “Non saremo mai intimiditi”

Morto un soldato italocanadese. La polizia segue la pista del commando

OTTAWA. "Saremo vigili contro coloro che cercano di farci del male. Non saremo mai intimiditi, manterremo il Canada sicuro". Lo ha detto il premier canadese Stephen Harper, parlando alla nazione in seguito alla sparatoria di Ottawa. I responsabili "non avranno un rifugio sicuro" sul territorio canadese, ha aggiunto. "Il Canada non è immune agli attacchi terroristici che vediamo in tutto il mondo", ha aggiunto. "I nostri pensieri e le nostre preghiere" sono per Nathan Cirillo, rimasto ucciso nell'attacco davanti al Parlamento.

La drammatica sparatoria a Ottawa ha costretto il premier canadese ad annullare i due incontri previsti con Malala Yousafzai, la giovane pachistana sopravvissuta ai talebani e fresca vincitrice del premio Nobel per la Pace, insieme all'attivista indiano Kailash Satyarthi. Harper doveva partecipare con Malala ad un incontro con gli studenti in un liceo di Toronto e poi, in un hotel, le doveva conferire la cittadinanza onoraria. Ma entrambi gli incontri sono stati annullati.

Ad essere presa di mira, ieri, la sede del Parlamento federale, ad Ottawa, al cui interno sono stati esplosi diversi colpi d'arma da fuoco. Mentre all'esterno, davanti al National War Memorial, un soldato di guardia è stato colpito ed ucciso. Il clima in città, soprattutto nell'area di Downtown, è surreale, con uomini della polizia e delle forze speciali che fermano ogni auto in uscita dal centro e controllano a tappeto ogni abitazione sospetta.  Tutta l'area in cui sorge il Parlamento è in stato di assedio. Le scuole, gli uffici e le ambasciate presenti - tra cui quella americana e quella italiana - sono state messi in 'lockdown': nessuno può entrare od uscire. 

 

Le indagini. Aveva precedenti penali sia in Quebec sia in British Columbia Michael Zehaf-Bibeau, l'uomo di 32 anni che ieri ha aperto il fuoco davanti al Parlamento di Ottawa uccidendo un militare prima di essere colpito a morte: lo riportano oggi i media canadesi. Documenti giudiziari ottenuti dall'emittente Cbc News indicano infatti che Zehaf-Bibeau, canadese convertito all'Islam, era stato condannato in passato in Quebec a 60 giorni di reclusione per possesso di stupefacenti (nel 2004). Mentre più di recente, nel 2011, aveva scontato un altro giorno di prigione, questa volta in British Columbia, per minacce durante una rapina a Vancouver.

Secondo documenti di un tribunale del Quebec risalenti al 2004, Zehaf-Bibeau viveva all'epoca a Montreal, dove tuttora tuttora sua madre - Susan Bibeau - che è dipendente del governo federale. Sempre secondo la Cbc News, l'uomo è cresciuto a Laval, a nord di Montreal.

I media canadesi confermano inoltre che i servizi segreti gli avevano confiscato a luglio il passaporto, considerandolo dopo la conversione "un viaggiatore ad alto rischio". L'uomo è stato freddato da una guardia, Kevin Vickers, all'interno del Parlamento, a pochi metri dalle aule dove in quel momento i deputati del Partito conservatore del premier Stephen Harper e dell'opposizione stavano discutendo come far fronte alla crescente minaccia del terrorismo nel Paese.

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