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Il guardaroba dello Stato in un libro per tutelare la moda d'autore

E' il Lemmario dei Vestimenti antichi e contemporanei, voluto dal ministero dei Beni Culturali. "Racconta un patrimonio poco conosciuto" dice Laura Moro

Roma. Con il Lemmario dei Vestimenti antichi e contemporanei, nella cui catalogazione convivono le sottovesti settecentesche con le minigonne degli anni Sessanta, il ministero dei Beni Culturali ha compiuto un passo determinante nella tutela della moda italiana d'autore di ieri e di oggi. Il Lemmario con Scheda VeAC (Vestimenti antichi e Contemporanei)  rappresenta infatti il primo riconoscimento dello Stato Italiano alle creazioni d'autore moderne e ai costumi degli ultimi 400 anni, come patrimonio nazionale da tutelare. Il volume, che è stato presentato oggi a Roma nella Galleria d'Arte Moderna, è in realtà la catalogazione di abiti e costumi di collezioni private e di collezioni statali appartenenti alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti, al Museo Stibbert e al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma. Da qui provengono moderne e preziose creazioni d'epoca, come gli abiti realizzati da Gattinoni per Lana Turner del 1956, quelle di Fausto Sarli, di Angelo Litrico, Roberto Capucci, Schubert, Galitzine e Valentino. Un guardaroba che lo Stato in alcuni casi ha sottoposto a restauro minuzioso e conservato in scatole antiacido. L'idea di catalogare questo patrimonio è nata nel 1996 con il ministro Antonio Paolucci che istituì una commissione nazionale per la tutela e la valorizzazione delle arti decorative e della moda, presieduta da Cristina Aschengreen. Il volume è uno strumento utile a costruire e conservare la storia della sartoria italiana, e andrà a formare un database consultabile anche on line. "Un lavoro di grande complessità" come lo definisce il ministro Sandro Bondi, che "vuole far conoscere  e valorizzare - aggiunge Laura Moro, direttrice dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione - un patrimonio singolare e diffuso, che solo in minima parte è mostrato nei musei".

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