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Fiammata di caldo con 10 gradi sopra la media, allerta anche a Palermo

Record delle temperature in quota. Un morto sulle Alpi svizzere. In Sicilia è prevista anche pioggia

Non accenna ad attenuarsi, e alla fine la durata totale sarà di 13-15 giorni dal suo inizio per questa ultima ondata di caldo africano in corso sull’Italia in particolare sul Centro-Nord, con temperature di almeno 10 gradi superiori alla media del periodo. Lo annuncia Antonio Sanò, fondatore del sito ‘iLMeteo.it’, confermando lo zero termico salito a 5.328 metri, circa 300 oltre il precedente primato in Italia. E sul Monte Rosa, con la massima di 9,2 gradi sulla punta Gnifetti, a 4.554 metri, si è sfiorato il record di caldo, 9,7 gradi relativo a 4 anni fa. Mentre sono 16 le città che si aggiudicano oggi e domani il bollino rosso del bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute, cioè il massimo rischio caldo per tutta la popolazione, mentre giovedì saliranno a 17.

Se poi Legambiente, dopo la prima tappa della 4/a Carovana dei ghiacciai, parla di ghiacciai alpini in piena emorragia, si registra una vittima sulle Alpi svizzere a causa del distacco di un grande blocco di ghiaccio. Il pensiero va anche all’episodio del 2022 sulla Marmolada, che, secondo la ricercatrice del Cnr Marta Chiarle, non si può immaginare di salvare ricoprendola con i teloni. Prima, sostiene, «bisogna difendere il clima».

In sostanza, l’anticiclone Nerone porta il caldo su praticamente quasi tutta l’Italia e la durata della fiammata, a fine evento, sarà di circa 13-15 giorni. In pratica «avremo - afferma Sanò - una vera e propria ‘tempesta di calorè, con addirittura 7 giorni di canicola e valori roventi». La Heat Storm (Tempesta di Calore), come viene definita dal servizio meteo californiano, avviene quando le massime di almeno 38°C insistono per più di 3 giorni su una superficie molto ampia. Per quanto riguarda le previsioni, il tempo sarà caldissimo e asciutto al Centro-Nord fino a domenica.

Possibilità di temporali sul meridione a causa di un’area depressionaria tra Sicilia e Libia: proprio tra Sicilia, Calabria e Campania si potranno avere disturbi temporaleschi pomeridiani che manterranno le temperature del Sud decisamente più basse che al Centro-Nord.

Il caldo record ha fatto, come previsto, aumentare le città da bollino rosso. Tra i 27 centri urbani considerati, oggi e domani lo riceveranno Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina Milano Napoli, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste e Verona. Bollino rosso  anche a Palermo, mentre giovedì lo avranno anche Venezia e Viterbo. Se si prendono come riferimento le città di Firenze, Milano e Roma, sul capoluogo toscano bisogna tornare indietro fino al 2011 per avere 39°C in questo periodo. Valore che per iLMeteo.it potrebbe essere raggiunto entro venerdì. A Roma-Ciampino si raggiunsero 38-39°C nel 2000 e nel 2007. Entro domenica questa temperatura potrebbe essere raggiunta nuovamente. Infine a Milano-Linate si toccarono i 37°C nel 2012.

Ed è gran caldo soprattutto in quota. La notizia del nuovo record italiano dello zero termico raggiunto alla stazione di radiosondaggio Novara Cameri a 5.328 metri «testimonia l’aumento senza precedenti delle temperature e l’inesorabile destino dei nostri ghiacciai alpini», sottolinea Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente Cipra Italia. In crisi anche il ghiacciaio valdostano del Rutor: è emersa una perdita di superficie di circa 4 chilometri quadrati dal 1865 ad oggi, di cui 1,5 persi solo negli ultimi cinquant’anni. Sempre facendo un confronto con la situazione dei primi anni Settanta, la fronte del lobo destro si è ritirata di 650 metri mentre quella del lobo sinistro di 750 metri. L’ondata di caldo ha avuto riflessi negativi anche sul versante francese del Monte Bianco, dove il rischio di caduta di pietre sulla via normale è elevato, soprattutto lungo il canale del Goûter. La prefettura dell’Alta Savoia fa «appello alla responsabilità» degli alpinisti e «invita, se possibile, a posticipare l’ascesa».

Ma in questi giorni roventi possono esserci anche risvolti positivi, almeno per i rifugi dove sono tornati gli escursionisti in quota. Al Gino Biasi al Bicchiere, in Alto Adige, questa mattina alle 7 a 3.195 metri di quota il termometro segnava 10 gradi.

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