Mercoledì 20 Novembre 2024

Patente per i cantieri, decollano i corsi

Sono già più 400 mila le imprese che lavorano soprattutto nei cantieri edili e che in meno di due settimane hanno chiesto la patente a punti. E con questo strumento "è finito il tempo dei furbetti". E' quanto ha affermato la ministra del Lavoro Marina Calderone nei giorni scorsi in occasione della 74esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro organizzata dall'Anmil. La ministra ha annunciato anche un'azione ispettiva specifica che è in corso per "verificare quelli che sono gli attestati che vengono consegnati quando bisogna esibire la prova dell'avvenuta formazione sulla sicurezza. Abbiamo ancora tantissimo lavoro da fare", ha detto sostenendo la necessità anche di aggiornare la normativa sulla sicurezza che non rispecchia ora un mondo del lavoro profondamente cambiato. Analoga situazione per la sicurezza riguarda le imprese al lavoro nel comparto agricolo, dove spesso avvengono incidenti durante l’uso di trattori e macchinari. «Chi agisce senza garantire sicurezza del lavoro all’interno della propria impresa deve essere penalizzato in maniera più forte possibile»: lo ha detto infatti il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida a margine di un convegno di Confagricoltura sulla sicurezza sul lavoro. Il ministro ha anche evidenziato gli sforzi normativi in atto per «non far cadere tutti i costi della prevenzione a carico dell’impresa. «Questo governo - ha ricordato - ha stanziato molti fondi sul tema, da ultimo il bando dedicato all’acquisto di macchinari più sicuri e fondi Pnrr per la formazione delle forze di lavoro, anche per i lavoratori che arrivano da fuori». Per Lollobrigida «non esiste distinzione di nazionalità tra lavoratori e tutti devono avere gli stessi diritti. Noi lavoriamo a 360 gradi insieme alle forze sindacali e alle rappresentanze delle organizzazioni territoriali, perché insieme si riesce a contrastare il caporalato e dobbiamo avere la tendenza - ha ribadito - a cancellare ogni forma di sfruttamento e ogni forma di irregolarità all’interno del mondo del lavoro». Vanno però facilitati gli ingressi regolari dei migranti: «Se un ragazzo straniero - ha detto Lollobrigida - che impara una professione, impara l’italiano e impara anche le nostre regole di convivenza è non solo ben accetto, ma deve essere incentivato a venire qui. Poi sceglierà se restare o se tornare invece in patria per crescere l’economia di quel Paese, ma è una risorsa. E oggi la via di accesso non deve essere come qualcuno spera il barcone, con rischi eccezionali per chi vi sale, e ricadute ovviamente di non integrazione». Ma le difficoltà per il decollo definitivo della patente a punti non mancano. Pochi giorni fa sono intervenuti i costruttori edili ferroviari con forti critiche appunto per la patente a punti, varata dal governo per aumentare la sicurezza nei canteri. «La patente a punti è un dispositivo che poco inciderà sulla sicurezza nei cantieri edili», afferma il presidente di Anceferr, Vito Miceli, all’Assemblea annuale dell’associazione, denunciando che «è nato un sistema che moltiplica le procedure amministrative, impone oneri che non sembrano proporzionati all’obiettivo di maggiore sicurezza e penalizza le imprese che operano nel settore degli appalti pubblici». Alla fine «si concretizza in un mero sistema di decurtazione di crediti a seguito di irregolarità e in una successiva reintegrazione di crediti attraverso corsi di formazione», sottolinea Miceli. Serve, invece, un meccanismo capace di «far emergere le criticità» del settore edile, attraverso, per esempio, un «sistema di verifiche» sulle imprese circa sostenibilità finanziaria, competenze tecniche certificate, personale, mezzi, attrezzature, tecnologie adottate, spiega. Il presidente di Anceferr, ricordando che l’indotto dà lavoro ad almeno 30mila persone, generando quasi un punto di Pil, sollecita le istituzioni a «pianificare per tempo una strategia che vada oltre il Pnrr». E su questo una prima rassicurazione arriva direttamente da Rfi. «La rete ferroviaria italiana ha la necessità industriale di proseguire anche oltre il 2026 in un’azione di rinnovo e potenziamento, questo è sicuro, è un tema che è presente nei nostri piani, è costantemente al centro della nostra discussione con le istituzioni», dice l’amministratore delegato di Rfi, Gianpiero Strisciuglio.

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