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Rifiuti dalle navi: l’esempio di Ecol Sea

La ditta si occupa della differenziata al Porto di Palermo: 600 mila kg tra 2021 e 2023. Un modello virtuoso di impegno

Oltre 600 mila chilogrammi di rifiuti differenziati nel triennio 2021-2023 e già 123 mila gestiti nei primi quattro mesi del 2024, registrando numeri quintuplicati nella raccolta differenziata relativa al solo Porto di Palermo. Sono questi i dati che arrivano dall'Area Portuale e che, nella Giornata Mondiale dell’Ambiente che si celebra oggi, rappresentano un esempio virtuoso di impegno per la salute ambientale. A tutto il 2023, il volume delle merci movimentato dal Porto di Palermo ha raggiunto un nuovo record storico, toccando le 8,27 milioni di tonnellate, con un incremento del +7% rispetto all’esercizio 2022. Un flusso marittimo imponente, specie se si fa riferimento ai rifiuti prodotti dalle navi: ben 357 mila chilogrammi di rifiuti sono stati differenziati da Ecol Sea, l’azienda che gestisce la raccolta di rifiuti speciali, liquidi e solidi, oltreché dei rifiuti solidi urbani da bordo delle navi ormeggiate. Un dato in forte crescita, passato dal 6% del 2021 al 26% del 2023, ma che già ad aprile 2024 ha raggiunto il 28% del totale dei rifiuti trattati, destinandoli così al riciclo. «Quello per la salvaguardia dell’ambiente è un impegno morale più che un dovere per un’azienda come la nostra - sottolinea Fabrizio Alessandra, Direttore Operativo di Ecol Sea -. Crediamo tantissimo nell’impatto positivo di una intensa e corretta raccolta differenziata, che riesca non solo ad evitare che i rifiuti vadano a sovralimentare le discariche, ma anche che ristabilisca quel circuito di recupero della materia prima, essenziale in un’economia circolare». Un impegno per l’ambiente, ma che riguarda direttamente anche la salute dei cittadini. Si sono attestati sulle 36 mila tonnellate i rifiuti pericolosi, raccolti e gestiti da Ecol Sea a tutto il 2023, tra i quali è compreso uno dei materiali più nocivi e cancerogeni conosciuti, ossia l’amianto la cui inalazione di microfibre - così come riportato dal Ministero della Salute - può comportare l’insorgenza di asbestosi, mesotelioma e tumore dei polmoni.

La gestione e il corretto smaltimento di questo genere di ‘rifiuti pericolosi’ comporta grande impegno non solo di risorse economiche, ma anche di necessarie misure di sicurezza nei confronti degli operatori, finalizzate a un bene comune: «Non si tratta di un beneficio aziendale, il lavoro che svolgiamo quotidianamente in questo ambito è diventato, in questi decenni di attività, un vero e proprio impegno morale al quale crediamo fortemente e che abbiamo deciso di sposare - prosegue Alessandra -. Ogni azienda osserva degli obblighi sul trattamento dei rifiuti, noi quotidianamente sensibilizziamo i nostri clienti, già nella fase di raccolta, alla gestione corretta di ogni rifiuto, ma l’impegno su larga scala non può e non deve essere alternativo a quello di ciascuno di noi come individuo». «Se pensiamo, ad esempio, all’inquinamento dei nostri mari ritengo si possa davvero fare ancora tantissimo - conclude Alessandra -. Quanto danno procura alle nostre spiagge o al nostro mare un singolo rifiuto in plastica lasciato sulla sabbia o gettato in acqua? Quello per la salvaguardia dell’ambiente deve essere un impegno personale, prima che collettivo».

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