In linea con le normative europee e il Pnrr quest’anno un decreto nazionale ha aggiornato in chiave di maggiore tutela ambientale la normativa per le imprese e i cantieri che trattano terre e rocce da scavo, modificando le regole del 2017 e precedenti. Si è creata una nuova dimensione maggiormente sostenibile che è bene ricordare in questi giorni in cui ricorre l’Earth Day. In sintesi, la gestione attenta e osservante della (non sempre semplice) normativa in tema di terre e rocce di scavo è fondamentale per non far entrare questo materiale nel regime dei rifiuti ma farlo rimanere in quello (più semplice) dei sottoprodotti, con tutti i benefici che da tale situazione possono derivare in tema di riciclo e di minore aggravio per tutto il sistema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. La gestione delle terre e rocce da scavo coinvolge cantieri piccoli e grandi compresi quelli delle aziende municipalizzate che devono effettuare manutenzione di reti o di infrastrutture. Pertanto, è necessario comprendere per gli imprenditori con chiarezza “come” si potrà considerare terra e rocce come sottoprodotti e quando, invece, questo non sarà possibile, restando o tornando ad essere rifiuti. Nel decreto si punta sulla semplificazione degli oneri burocratici in capo alle imprese e sulla facilitazione dell'utilizzo di sedimenti che derivano da scavi e lavori per la realizzazione di infrastrutture. L’intervento intende anche contribuire alla promozione dell'adeguamento della rete infrastrutturale idrica ai nuovi bisogni connessi al fenomeno della siccità. Esistono comunque già altre normative legate per esempio a un decreto del 2013 che impongono regole importanti per gli scavi, le trivellazioni e tutti i lavori di questo tipo. Per descrivere un aspetto delle norme, il decreto prevede che la posa delle infrastrutture digitali possa avvenire attraverso differenti metodologie di scavo, introducendo accanto allo scavo tradizionale metodologie di scavo a limitato impatto ambientale (perforazione orizzontale e minitrincea) che favoriscono lo sviluppo digitale sull'intero territorio. Il decreto riguarda tra l’altro tutta la rete stradale. Tra le regole generali ci sono: evitare le demolizioni durante le giornate ventose; mantenere la viabilità di cantiere pavimentata pulita (ad esempio attraverso l'impiego della spazzatrice); preferire l'utilizzo di veicoli omologati con emissioni rispettose delle normative europee. Tutto ciò, tornando alle tematiche dell’Earth Day, perchè anche il mondo dell’edilizia si interroga sui temi ambientali. In sostanza per avere un cantiere edile sostenibile come si può ridurre l'impatto ambientale? Occorre innanzi tutto scegliere con cura materiali, prediligendo quelli eco-compatibili; optare per mezzi ecologici; ridurre gli sprechi e limitare i rifiuti; avere cura di smaltire correttamente i rifiuti e i sotto prodotti; ottimizzare e abbattere i costi energetici. Occorre quindi individuare una serie di tecnologie a basso impatto ambientale finalizzate alla realizzazione, esercizio e manutenzione delle infrastrutture consentendo, mediante l’utilizzo di tecnologie innovative e non invasive, una sostanziale eliminazione o riduzione delle operazioni di scavo tradizionale a cielo aperto. Minimizzando la manomissione del manto superficiale si hanno vantaggi in termini di efficienza realizzativa e impatto acustico, veicolare e dei volumi del materiale di risulta, garantendo allo stesso tempo una maggiore sicurezza operativa per gli addetti.