Il tessile e la moda rappresentano per l’Italia da sempre un fiore all’occhiello in tutto il mondo. Una tradizione secolare è arrivata fino a noi per qualità dei tessuti, tagli sartoriali, creatività e capacità imprenditoriali. Un esempio? Dopo il periodo della pandemia ci sono netti segnali di ripresa quest’anno per i brand italiani dal valore più alto, con un valore totale di 122,7 miliardi di dollari e una crescita dell’11% rispetto allo scorso anno. Lo afferma il nuovo report Kantar BrandZ Top 40, secondo il quale complessivamente sono 28 i brand italiani cresciuti di valore nella classifica di quest’anno, sfruttando l’onda lunga della ripresa post-pandemica e un aumento nella fiducia dei consumatori.
Il settore del lusso domina ancora la classifica, con Gucci che mantiene la propria posizione come brand italiano dal valore più alto, con un valore pari a 26 miliardi. Con un valore complessivo di 44,2 miliardi sono nove i brand italiani del lusso in classifica, con Prada sesto a 5,2 miliardi e Fendi settimo a 5,1 che rimangono in top 10.
Come dicevamo un fiore all’occhiello per l’economia del nostro Paese: il settore moda e tessile italiano conta infatti circa 50 mila aziende per oltre 400 mila addetti. Il 2022 è stato un anno da record per il comparto, con ricavi a quota 96,6 miliardi, il valore più alto degli ultimi 20 anni. L’industria tessile e della moda italiana si è dimostrata così resiliente, e dopo le difficoltà degli anni della pandemia ha saputo rilanciarsi e ripartire.
Entrando nel dettaglio, l’industria italiana del Tessile-Abbigliamento, secondo le elaborazioni effettuate dal Centro Studi di Confindustria Moda per Sistema Moda Italia, ha chiuso il 2022 in area positiva, mettendo a segno un aumento del fatturato pari al +17,8% rispetto all’anno precedente. Il turnover settoriale nel 2022 si è portato a 62,5 miliardi di euro, guadagnando quasi 9,5 miliardi rispetto al consuntivo 2021.
Il settore ha così superato i livelli pre-Covid, mettendo a segno una crescita del +11,7% rispetto al 2019. Il risultato medio settoriale in termini di fatturato sintetizza le dinamiche dei due macrocomparti di cui si compone la filiera: il “monte” ha archiviato il 2022 con un incremento del +19,3%, mentre il “valle” è cresciuto del +17,1%.
Secondo i primi dati, il 2023 è iniziato con la prosecuzione, nel primo semestre, del trend positivo registrato nell’arco dell’anno 2022, come rilevano sia i dati di interscambio sia le prime indicazioni rilasciate dal Centro Studi di Confindustria Moda. Per i primi sei mesi 2023 è stata stimata una crescita media del fatturato settoriale pari al +7,1% rispetto allo stesso periodo 2022.
Secondo le stime, l’anno scorso è poi proseguito con un terzo trimestre in cui sono emersi i primi segnali di indebolimento del ciclo economico: il rallentamento nella congiuntura settoriale, ampiamente previsto e innescatosi già nel secondo trimestre, ha infatti trovato evidenza nelle indicazioni riferite alla terza frazione dell’anno. In totale il fatturato del Tessile-Abbigliamento nei primi 9 mesi 2023 è stimato in crescita del +4,5% rispetto al medesimo periodo 2022. Quali sono i paesi principale mercato delle nostre esportazioni? La prima destinazione del Tessile-Abbigliamento è la Francia, che mette a segno un aumento del +12,0%, assicurandosi l’11,7% delle vendite totali; al secondo posto, con una crescita più contenuta, pari al +4,6%, troviamo la Germania, seguita dagli Stati Uniti, che registrano una variazione negativa del -4,6%, per un totale di 1,8 miliardi di euro.
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