Consapevoli, informati ed esigenti, pronti a dettare legge nel mercato della pasta con regole che riguardano cotture più veloci, formati variegati e packaging sostenibili. Nell’ultimo decennio è avvenuta una rivoluzione da parte dei consumatori, che cercano un prodotto che rispetti l’ambiente e che possa rispondere alle esigenze di chi ha meno tempo per stare ai fornelli. Tutto, però, dipenderà dal formato dove si potrà scegliere dalla cottura di 18 minuti a quella di 1 minuto, a seconda dell’occasione di consumo.
A tracciare la fotografia sono i pastai di Unione Italiana Food che, in occasione della 25esima edizione del World Pasta Day in programma oggi, mercoledì 25 ottobre, hanno indagato sul futuro di questo prodotto. Grazie anche al loro saper fare, la pasta è stata protagonista di una grande trasformazione, ha saputo rinnovarsi e adattarsi a stili di vita differenti con nuove tipologie (dall’integrale alle paste speciali o arricchite a quelle senza glutine) e formati, pur rimanendo uguale a sé stessa. In base a un’analisi Coldiretti è anche corsa al prodotto made in Italy che utilizza solo grano nazionale. Un record storico a distanza di poco più di 10 anni dell’arrivo sugli scaffali della prima pasta tutta italiana.
Guardando al futuro, secondo i pastai di Unione Italiana Food, emerge un’apertura al cambiamento tra gli italiani. Il 59% prevede l’introduzione di nuove tipologie di pasta con farine o ingredienti alternativi, mentre il 52,6% auspica confezioni più ecologiche e biodegradabili. Inoltre, il 35,4% si aspetta l’arrivo di nuovi formati di pasta. Sorprendentemente, il 79,5% degli italiani è disposto a consumare pasta in momenti meno tradizionali come colazione o merenda, con la condizione che mantenga elevati standard di qualità e sapore (48,1%). Un significativo 26% degli intervistati sostiene questa scelta in virtù della sua diffusione all’estero, mentre il 19% ritiene che crescerà se promossa dagli chef.
Nel complesso, le aspettative riflettono un crescente interesse per la sostenibilità, l’innovazione e il benessere fisico. Tuttavia il 41,2% desidera mantenere legami con la tradizione nella produzione della pasta. Inoltre, la pasta dovrà rimanere accessibile ed economica per il 34,7% degli intervistati. La curiosità verso nuovi metodi di cottura è evidente, con il 28% che prevede innovazioni in questo settore. Vi è anche una volontà di adattare la pasta alle esigenze dei single, sottolineata dal 25% dei partecipanti all’indagine.
Ad esserne convinto è Alessandro Circiello, portavoce della Federazione Italiana Cuochi che raccoglie sul campo ogni giorno quello che i consumatori cercano in un piatto di pasta. «A trovare sempre più spazio sono le farine integrali e grezze magari con l’aggiunta di crusche - spiega Circiello - confermando un’attenzione crescente alla nutraceutica. Occhio sempre alla cottura, al dente è ormai un must anche all’estero, e alla pasta risottata che deve avere il tempo nella pentola di rilasciare gli amidi prima di essere poi mantecata». Sul fronte dei formati, secondo Circiello, «lo spaghetto è lo spaghetto anche se ormai viene declinato in tante maniere, a seconda della lunghezza, della consistenza e dello spessore. Molto bene anche la pasta all’uovo sia fresca e che secca».
Insomma, lunga vita a uno dei simboli del made in Italy nel mondo purché si rispettino la qualità e la tradizione, convincendo anche gli stranieri che va cotta al dente.
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