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Cominciano i saldi in Sicilia, i negozianti: «Temiamo il flop»

La campagna promozionale durerà fino al 15 marzo ma le previsioni non sono rosee. Confcommercio: «Ogni persona spenderà in media 100 euro, il 27% in meno del resto d’Italia». In pole l’abbigliamento

Pronti via, si comincia domani (4 gennaio 2025) fino al 15 marzo, anche in Sicilia come in quasi tutto il resto d’Italia, per decreto firmato ieri dall’assessore regionale delle Attività produttive Edy Tamajo, ma per gli addetti ai lavori, complici le campagne di scontistica lanciate a novembre, la propensione al risparmio e i redditi dei siciliani – tra i più bassi dell’Ue – nonché la «prepotenza» del mercato online, i saldi invernali rischiano di partire con il freno a mano tirato o di bruciarsi come fuoco di paglia, quantomeno rispetto ad altre regioni. Lo sa bene il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, che in base ai dati elaborati per il territorio dall’Ufficio studi dell’associazione prevede «somme da spendere pari a circa 100 euro a persona», il 27% in meno «rispetto ai 138 euro di media tricolore, per un giro d’affari intorno ai 230 milioni che coinvolgerà quasi 700mila famiglie.

Le occasioni che si registrano sono molto convenienti, soprattutto nei settori tradizionali del terziario di mercato. Gli articoli su cui si punterà di più sono quelli legati al comparto dell’abbigliamento e delle calzature, dove, in termini percentuali, le offerte risultano maggiori, ma non dimentichiamo gli accessori e gli articoli da casa e l’agroalimentare». Detto ciò, i timori di un flop restano tutti, perché «l’effetto prolungato del Black Friday, con la scontistica che in alcuni casi è stata avviata ben prima delle giornate dedicate, rischia di vanificare l’effetto dei saldi», continua Manenti, rilanciando «la necessità di normare le vendite promozionali per canalizzare quella deregulation il cui effetto dirompente, altrimenti, va a nuocere sugli stessi commercianti. Stiamo proprio lavorando in questo senso, con l’auspicio di un feedback da parte istituzionale».

Scettico anche Francesco Musumeci, vicepresidente nazionale della Fismo, la Federazione italiana del settore moda di Confesercenti, perché «le stime per gli acquisti dal 4 gennaio in poi sono molto basse, non eguagliano neanche il 2024, che di fatto era stato già un fiasco. Il Black Friday ha anticipato di circa il 30% le vendite del Natale e il rincaro dei prezzi ha svuotato anzitempo i portafogli dei siciliani, già durante le festività in corso, mentre, come se non bastasse, il 26 dicembre moltissimi network commerciali hanno dato il via ai saldi con percentuali di sconto fino al 50%. Così, dopo oltre una settimana di «pre-saldi», non si potrà che svilire l’inizio ufficiale del 4 gennaio. Ma oltre al danno c’è anche la beffa, poiché è molto probabile che fra poche ore sugli scaffali verrà proposto l’invenduto degli anni precedenti, posto che il grosso del prodotto delle collezioni autunno-inverno 2024 è stato già acquistato, per l’appunto, dal 26 dicembre». Vede nero pure il Codacons, che consigliando di conservate sempre lo scontrino, «perché non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare», e sottolineando che la «merce scontata deve essere l’avanzo della stagione che sta finendo e non presa da fondi di magazzino», prevede saldi «all’insegna dell’incertezza, dato che le tasche dei consumatori sono già state svuotate dalle feste natalizie». Ottimista, invece, Tamajo: «I saldi rappresentano un’opportunità importante. La scelta di mantenere una data di partenza allineata con il resto del Paese garantisce competitività e attrattività per il nostro mercato».

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