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La situazione degli invasi in Sicilia è drammatica: sono quasi prosciugati

Il rapporto dell’Autorità regionale di bacino: al 27 maggio 2024 nei laghi dell’Isola ci sino 289 milioni di metri cubi d’acqua, di cui solo 154 milioni realmente utilizzabili

I numeri lo avevano detto, per l’ennesima volta, poche settimane fa, e lo confermano pure adesso: le dighe siciliane vanno di male in peggio. I numeri sono quelli diffusi in queste ore dall’Autorità regionale di bacino, che al 27 maggio 2024 fotografano nei laghi dell’Isola 289 milioni di metri cubi d’acqua, di cui solo 154 milioni realmente utilizzabili per evitare di estinguere la specie ittiche presenti nelle strutture: si tratta del 6% di risorsa in meno (dieci milioni di metri cubi) rispetto al mese precedente, che già segnava un ammanco del 7% al confronto con lo scorso marzo, tra liquidi utilizzati ed evaporati a causa del caldo.

Ma a far tremare i polsi, restituendo plasticamente lo stato d’emergenza in cui versa il territorio, è il paragone con lo scorso anno, visto che i volumi invasati hanno raggiunto quasi la metà dell’altezza rilevata al primo giugno 2023, quado nelle dighe, al lordo dell’acqua non utilizzabile, si contavano 520 milioni di metri cubi. Più esattamente, manca il 45% di risorsa, pari a oltre 230 milioni, corrispondenti al contenuto di sei bacini di grandi dimensioni.

Particolarmente critica la situazione del Fanaco, ridotto a un milione di metri cubi di risorsa, il 93% in meno al confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso, mentre nell’Ancipa, tra Enna e Messina, sempre su base annuale, il deficit ammonta al 73% e, ancora nella città metropolitana di Palermo, gli invasi Rosamarina (nella foto) e Poma toccano, rispettivamente, flessioni del 60 e 36%. Ma non se la passano molto meglio le strutture del versante meridionale del territorio, quantomeno quelle destinate all’uso irriguo, a cominciare dalla diga di Santa Rosalia, che a Ragusa, nel confronto annuale, vede un ammanco del 27%.

Sono invece equivalenti a zero, o quasi, le speranze che nei prossimi dieci giorni e oltre possa piovere, mentre da qui al 25 giugno in Sicilia la colonnina di mercurio, prevede Giulio Betti, meteorologo e climatologo del Cnr-Consorzio Lamma, «ricomincerà a salire, spinta da due ondate di calore: la prima tra domenica e mercoledì prossimi, con valori massimi che nell’entroterra potranno raggiungere i 37 gradi; la seconda a partire da giovedì, con picchi che fino a sabato 22 giungo, sempre nella parte interna, arriveranno anche a 40 gradi».

Anche in questo caso, come già accaduto a maggio scorso e nei precedenti otto mesi, «il rialzo sarà anomalo, superiore alle medie stagionali, a conferma, se ce ne fossa ancora bisogno, degli effetti dei cambiamenti climatici in atto. Per fortuna, la nuova ondata non durerà a lungo: dopo il 25 ci sarà un po’ di fresco».

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