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Banche, in Sicilia aumentano i paesi senza sportelli

Report della Uilca, persi 1.500 posti di lavoro e crescono i casi di truffe e riciclaggio

Alcune banconote da 5, 10, 20, 50 Euro in una cassa din un impegato bancario. 16 aprile 2018 a Genova. ANSA/LUCA ZENNARO

In Sicilia c’era una volta la banca sotto casa. Ma quella che un tempo era una sicurezza, oggi si è trasformata in un mito del passato: le filiali continuano a sparire e anche i bancomat rischiano di diventare un lusso. Colpa dei servizi online che hanno creato un vero e proprio «deserto»: negli ultimi cinque anni, infatti, il numero di comuni dell’Isola serviti dalle banche è diminuito del 12,2 per cento, sono andati in fumo quasi 180 sportelli e persi oltre 1500 posti di lavoro mettendo in difficoltà oltre 300 mila persone che, per gestire le proprie finanza, devono sobbarcarsi spostamenti e disagi per parlare direttamente con un operatore, e non attraverso il computer o l’applicazione dello smartphone.

Il quadro che emerge dalla ricerca svolta dalla Uilca, la categoria della Uil che organizza i lavoratori del credito e delle assicurazioni, è drammatico: il 10,2 per cento degli intervistati ha dichiarato «di aver preferito lasciare il proprio Comune per l’assenza di filiali bancarie o altri servizi essenziali» e per il 38,5 per cento di loro la mancanza di una banca influisce molto sulla scelta di vivere o abbandonare il Comune di residenza (16,7%) e abbastanza per il 21,8 per cento. Numeri che spalancano le porte allo spopolamento delle piccole frazioni dell’entroterra e al fenomeno dell’usura e del riciclaggio che sta affliggendo la zona delle Madonie, tra le più colpite dal fenomeno, insieme alla provincia di Messina, dove di sportelli rimasti se ne contano ormai solo 132.

Un servizio completo di Fabio Geraci sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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