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In Sicilia niente ricci nelle aree marine protette: ormai sono una specie a rischio di estinzione

L’analisi dei fondali è stata eseguita nelle cinque aree marine protette di Capo Gallo-Isola delle Femmine, Capo Milazzo, Ustica, Plemmirio e Isole Ciclopi

Dal 5 maggio stop pesca dei ricci nei mari pugliesi per 3 anni

I ricci di mare sono in Sicilia una specie a rischio di estinzione. Lo mette nero su bianco la ricerca del «Monitoring Paracentrotus-Mopa, occhio ai ricci», progetto finanziato dai fondi europei, coordinato dal dipartimento Scienze della terra e del mare dell’università di Palermo.

L’analisi dei fondali è stata eseguita nelle 5 aree marine protette di Capo Gallo-Isola delle Femmine (Pa), Capo Milazzo (Me), Isola di Ustica (Pa), Plemmirio (Sr) e Isole Ciclopi (Ct). «Con questo studio – spiega il responsabile scientifico Paola Gianguzza - abbiamo cercato di quantificare la risorsa. Purtroppo, le conclusioni sono sconfortanti perché nelle aree marine protette non abbiamo trovato ricci, non abbiamo trovato la struttura di una popolazione sana, quindi serve un fermo biologico di almeno tre anni, così come si sta facendo in Puglia».

La colpa sarebbe dei pescatori di frodo: «In Sicilia il riccio di mare è sottoposto a una forte pressione di pesca abusiva, anche per il suo valore alimentare ed economico – ha sottolinea Marco Toccaceli di Crea Cooperativa che ha svolto il monitoraggio visivo dei fondali -. Nella nostra regione solo in 12 hanno licenza di pesca dei ricci, tutti gli altri sono abusivi, ad eccezione dei pescatori subacquei dilettanti che sono autorizzati a pescarne massimo 50. Per questa ragione, bisogna intensificare i controlli».

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