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Il caro prezzi frena crescita e consumi, le spese obbligate superano il 40% del reddito dei siciliani

Rialzo di cinque punti percentuali dal 1995 ad oggi. A incidere sono i costi sostenuti per la casa, ma ora pesano sempre più l’energia e il gas

Assorbono, in media, oltre il 40% del bilancio economico di tutti noi, strozzando inevitabilmente il portafoglio e frenando al massimo gli acquisti, già frustrati dall’inflazione e dal rincaro delle materie prime.

È l’incidenza delle spese obbligate necessarie sul totale dei consumi delle famiglie dell’Isola, secondo quanto emerge da una indagine presentata a Roma dall’Ufficio studi di Confcommercio che ha preso di mira gli anni dal 1995 al 2023, con dati estrapolati, per il nostro giornale, dai vertici regionali dell’associazione di categoria: un pacchetto di esborsi che comprende più voci, dall’energia fino all’abitazione e alla sanità, e che nel territorio si attesta di pochissimo al sotto del livello registrato in tutta Italia, pari al 41,5%.

Ma c’è davvero ben poco da esultare, perché, sottolinea il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, «dopo la pandemia e dopo la guerra ucraina, il caro prezzi ha messo un’altra pesante ipoteca sulle possibilità di recupero della nostra economia che, al contrario delle previsioni ottimistiche di un anno e mezzo fa, stenta a decollare».

Più nel dettaglio, nell’Isola la soglia di spese obbligate sul totale dei consumi delle famiglie rimane elevata, segnando un rialzo di cinque punti percentuali dal 1995 ad oggi. E purtroppo, rimarca Manenti, non sembra destinata a tornare sotto il 40%.

Il servizio completo di Andrea D'Orazio sul Giornale di Sicilia oggi in edicola

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