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Il turismo resiste in Sicilia nonostante la crisi e la bufera Covid

Con oltre 22 mila imprese attive nei settori Agenzie viaggio e tour operator, Alloggio e Ristorazione, la Sicilia rappresenta il 7% delle attività imprenditoriali turistiche a livello nazionale. Prima della pandemia e del conseguente crollo della mobilità interna e internazionale, il valore aggiunto del comparto aveva superato i 3 miliardi di euro, gli addetti le 80mila unità. A fronte di un’elevata numerosità, però solamente l’1,5% delle imprese siciliane ha un fatturato superiore ai 2 milioni di euro e nessuna supera i 50 milioni di euro. Le imprese strutturate sviluppano inoltre solamente il 16% del fatturato regionale settoriale, contro il 22% della media italiana.

Sono alcuni dei dati contenuti nello studio di Prometeia sul turismo in Sicilia, presentato a Catania durante il Forum delle Economie dedicato al settore del Turismo, organizzato da UniCredit in collaborazione con la Camera di Commercio Sud Est Sicilia e con Federalberghi Sicilia.

“UniCredit è impegnata a fornire sostegno al settore del turismo e alle imprese che ne sono protagoniste; un impegno che si traduce in una presenza capillare e quotidiana sul territorio, un supporto dedicato in termini di prodotti e servizi ma anche con iniziative ad hoc finalizzate ad amplificare la conoscenza dell’eccellenza delle strutture ricettive siciliane al di fuori dei confini italiani, facendo leva sulla nostra presenza internazionale. Nelle prossime settimane lanceremo un B2B “digitale” dedicato al settore, che vedrà incontri one-to-one tra 5 buyer internazionali (tour operator) e nostri selezionati clienti” ha sottolineato Salvatore Malandrino, Responsabile Regione Sicilia di UniCredit.

Durante la mattina si è poi svolta una tavola rotonda, moderata dal giornalista Salvo Fallica, sui nuovi modelli di business, canali e strategie a supporto dell’attrattività del territorio siciliano alla quale hanno partecipato Patrizia Rapisarda, Founder & Owner PR Incentives DMC, Mario Faro, Owner Radicepura e Donna Carmela Resort & Lodges, Marcello Mangia, Presidente e Head of Hospitality Mangia’s - Aeroviaggi, Nico Torrisi, Presidente Federalberghi Sicilia e AD SAC, Simona Olivadese, Referente Turismo UniCredit. A seguire l’intervento di Riccardo Del Bianco, Responsabile Corporate Business Sicilia di UniCredit

Dossier  Prometeia

Condizione necessaria per una crescita più sostenuta del turismo è il pieno recupero del settore dopo gli anni pandemici. I dati 2022, ancora incompleti, indicano a livello europeo che il ritorno ai livelli pre Covid procede con una certa eterogeneità tra i paesi affacciati sul Mediterraneo. L’Italia mostra una performance non particolarmente brillante, a differenza di Francia e Croazia. In generale, il recupero è stato più forte per i turisti domestici, mentre soffrono ancora i flussi internazionali.
Risultati più accentuati per la Sicilia: i turisti italiani hanno ampiamente superato i livelli del 2019 (+4.8% il dato parziale nei mesi da gennaio ad agosto 2022, grazie a 6 milioni di presenze), mentre quelli stranieri mostrano ancora un divario piuttosto marcato (tra il -15% e il -20%, con un livello di presenze di poco superiore ai 4 milioni), peggiore inoltre del dato medio italiano.

Data la rilevanza del trasporto aereo, a questi risultati hanno contribuito soprattutto gli arrivi negli aeroporti dell’isola: quelli domestici, grazie anche al buon posizionamento della Sicilia nelle rotte low cost nazionali, hanno toccato il record dei 12,9 milioni (un quinto di tutti quelli italiani), mentre a quelli esteri manca ancora mezzo milione di passeggeri rispetto al 2019 (dato comunque in linea con l’andamento del traffico aereo passeggeri internazionale, secondo le stime IATA).
La Sicilia gioca un ruolo di primo piano a livello europeo nel turismo crocieristico, con spazi per ulteriori crescite: i suoi porti sono i primi per toccate nave in Italia (ma quarti per numero di passeggeri, a testimoniare la minor stazza delle navi che raggiungono l’isola), Palermo è l’undicesimo porto europeo per arrivi crocieristici, ma la quota di passeggeri che hanno la Sicilia come punto di partenza e arrivo della crociera è inferiore rispetto ai benchmark nazionali (il 14%, contro valori superiori al 35% per i porti pugliesi e per i primi tre porti italiani: Civitavecchia, Napoli e Genova).

In termini di potenzialità da sfruttare, va inoltre segnalato il buon risultato della Sicilia negli Insight di Google sull’interesse sui canali digitali tra le mete turistiche; un risultato che mostra inoltre una quota di turisti stranieri molto superiore a quella di Puglia e Sardegna.

Le potenzialità turistiche siciliane sono ben espresse anche da altri indicatori, relativi alle caratteristiche del turismo sull’isola e delle sue strutture ricettive. A caratterizzare il sistema turistico siciliano è una diversificazione che altre regioni italiane ed europee non possono vantare: differenziazione dell’offerta turistica e delle strutture ricettive, stagionalità dei flussi non così marcata, presenze straniere (ma con una durata dei pernottamenti e una spesa media giornaliera inferiori a quelli di altre regioni italiane). Indicatori che possono anche tradursi in strategie volte a incrementare il giro d’affari del comparto, per esempio valorizzando ancor più il contributo delle crociere e dei turisti stranieri nei mesi primaverili e autunnali (sull’esempio delle Baleari), o una maggior capacità di promozione dei territori non costieri (come avviene per esempio in Puglia).

Cruciale sarà anche l’intervento sulle infrastrutture dell’isola: dai collegamenti interni alle strutture portuali, fino al rafforzamento della presenza degli aeroporti siciliani nei network europei.

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