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Cresce il volume d'affari delle commissioni sulla moneta elettronica, ma in Europa resta molto più alto

Un mercato ancora piccolo rispetto all’Europa e al peso dell’economia italiana ma in decisa crescita e con iniziative delle singole banche o circuiti per abbattere le commissioni e i costi dei micropagamenti sotto i 5 e i 10 euro. Il panorama dei pagamenti digitali in Italia, al centro delle polemiche politiche di questi giorni, è in forte evoluzione con una spinta avvenuta durante la pandemia Covid e che proseguirà ancora.

Il giro d’affari delle commissioni delle banche e delle società finanziarie e tecnologiche sui pagamenti digitali in Europa, secondo un recente studio della Banca centrale austriaca, è di circa 80 miliardi che dovrebbe salire entro il 2030 a 140 miliardi. La stima vede il nostro paese ancora indietro con soli 9,5 miliardi visto l’alto uso del contante. La parte del leone è della Francia con 21,1 miliardi, seguita dalla Germania che nonostante il Pil (anche qui per l’alto utilizzo di banconote e monete) è ferma a 20,1. Significativo il caso dell’Olanda a 5,2 miliardi.

Lo studio ricorda peraltro come questi ammontari vadano sia alla banca beneficiaria che a quella pagatrice oltre ai circuiti (internazionali e non) di carte di credito e di debito sotto forma di commissioni e affitto Pos. L’aumento delle transazioni digitali con carta sta facendo scalare alcune posizioni al nostro paese che resta però pur sempre 24esimo con 114 transazioni rispetto alla media Ue di 172. Le commissioni medie, come rilevano i dati dell’Oss Innovative Payments del Politecnico di Milano, nel nostro paese sono in media dell’1,5% e sono variabili, non fisse, ma sono da registrarsi diverse iniziative private delle grandi banche (Unicredit, Intesa), di Nexi e Pagobancomat per azzerare i micropagamenti fino a 5 e 10 euro e ridurre o eliminare i costi di attivazione del Pos.

Come ha sottolineato in un intervento su Il Sole24 ore nei giorni scorsi il presidente dell’Abi Antonio Patuelli «è molto cresciuto l’uso dei pagamenti elettronici, sospinto anche da una fortissima concorrenza, con continue evoluzioni tecnologiche che concorrono a ridurre i costi complessivi dei pagamenti».
«Concorrenza e innovazione hanno ridotto e ridurranno ulteriormente i costi delle transazioni» ha sottolineato invitando gli esercenti a una «crescente consapevolezza e diligenza» in modo da «scegliere le più idonee forme di pagamento elettronico per le attività di ciascuno». Ma non ci sono solo i pagamenti con carte o bancomat. Il minor uso del contante passa anche per i bonifici e gli addebiti diretti, comprendendo i quali, le transazioni digitali totali salgono a 320 in media in Europa. E poi ci sono i nuovi strumenti come le app, i sistemi di trasferimento diretto da conto a conto o bracciali. I dati di una ricerca Mastercard evidenziano come il 74% degli intervistati ha infatti fatto uso di almeno un metodo di pagamento emergente, mostrando una particolare preferenza per i pagamenti Account to Account (35%) e le app di money transfer (25%).

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