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Musk compra Twitter e silura 4 top manager: «Amo l’umanità e voglio aiutarla»

Elon Musk nel quartier generale di Twitter

A poche ore dalla scadenza fissata dal giudice, Elon Musk completa l’operazione di acquisto di Twitter per 44 miliardi di dollari e fa subito piazza pulita, licenziando brutalmente quattro top manager, tra cui il ceo Parag Agrawal. Gli altri silurati sono il chief financial officer Ned Segal, il responsabile degli affari legali Vijaya Gadde, e il general counsel Sean Edgett. Almeno uno di loro è stato scortato fuori dal quartier generale di San Franciso, dove l’uomo più ricco del mondo era già sbarcato ieri con un grande lavandino dal significato criptico.

E giovedì ha spiegato di aver voluto acquistare Twitter spinto dall’«amore» e dalla voglia di «aiutare l’umanità». «Acquisto Twitter perché è importante per il futuro della civilizzazione avere una piazza comune digitale dove un’ampia gamma di idee può essere discussa in modo salutare senza ricorrere alla violenza», ha detto mettendo in guardia dal pericolo corrente che il social media si divida in «camere di risonanza della destra o della sinistra che generano più odio e dividono il paese. Nel cercare senza sosta click, i media tradizionali hanno alimentato gli estremi. È’ per questo che compro Twitter. Non perché è facile, non perché fa soldi. Lo faccio per cercare di aiutare l’umanità che amo. E lo faccio con umiltà, riconoscendo che, nonostante i migliori forzi, c'è una reale possibilità di fallire» nel cercare di centrare gli obiettivi, aggiunge.

In realtà conquista l’unica cosa che mancava al suo impero: una platea mediatica globale che lo rende l'uomo più ricco del pianeta ancora più potente e influente. Musk ha cercato anche di rassicurare sulle sue intenzioni. Agli inserzionisti preoccupati da possibili minori controlli sui contenuti ha detto: «Non diventerà un inferno aperto a tutti», di tutti contro tutti e «dove si può dire qualsiasi cosa senza conseguenze». Il messaggio ai dipendenti della società che cinguetta è altrettanto chiaro: non c'è alcuna intenzione di tagliare la forza lavoro del 75%, come ventilato da indiscrezioni stampa. Di sicuro il visionario imprenditore vuole rivoluzionare la piattaforma, usandola anche come «acceleratore per creare X, l'app di tutto». E togliere le «censure», con la possibilità di un ritorno di Donald Trump, dopo che era stato bandito per aver istigato l’assalto al Congresso americano.

Si conclude così una delle operazioni economiche e mediatiche più controverse della recente storia Usa, dopo che Twitter aveva portato Musk in tribunale per aver ritrattato l’offerta iniziale, salvo ripensarci quando ha fiutato che la causa non si metteva bene per lui.

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