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Musk taglia i dipendenti a Twitter, gli utenti preparano un piano di fuga

L'esterno del quartier generale di Twitter, a San Francisco

La scure di Elon Musk si abbatte su Twitter. Il miliardario ha avviato tagli alla forza lavoro nella società che cinguetta, chiedendo ad alcuni manager di stilare un elenco dei dipendenti che possono essere rimossi. Lo riporta il New York Times, citando alcune fonti, secondo le quali le riduzioni saranno effettive da prima dell’1 novembre, data in cui i dipendenti dovrebbero ricevere i loro premi in azioni nell’ambito del loro compenso. Una loro rimozione prima della scadenza consentirebbe a Musk di evitare il pagamento dei premi.

In attesa di capire come Twitter cambierà dopo l’acquisto di Elon Musk, soprattutto sotto il punto di vista della moderazione dei contenuti, alcuni utenti iniziano a mettere in atto un piano B aprendo profili alternativi su altri social, come Mastodon e Discord, e il fermento produce sulla piattaforma l’hashtag #TwitterMigration. In particolare sembra sia Mastodon a beneficiare delle perplessità sul futuro di Twitter. Il social fondato nel 2016 dal giovane tedesco Eugen Rochko si presenta come «l'alternativa etica a Twitter» poiché non ha pubblicità e profilazione degli utenti. L’aspetto è quello di un microblog in stile Twitter, con un limite di 500 caratteri ed è decentralizzato - novità che anche Musk potrebbe introdurre in futuro - poichè non si appoggia ad un server centrale, ma su una rete di «nodi» collegati, tanto da definirsi anche come «social network federato». E soprattutto è interamente guidato dalla sua community, che controlla e segnala i post che violano le regole di utilizzo.

Secondo il ceo Rochko - come riporta il sito specializzato Wired Usa - tra il 20 e il 27 ottobre a Mastodon si sono iscritte 18 mila persone. Al 28 ottobre la piattaforma ha 381.113 utenti attivi. Alcuni utenti che fanno parte delle comunità accademiche o tecnologiche, hanno già iniziato ad aggiungere su Twitter i nuovi profili Mastodon nelle loro biografie. Mentre molte persone che hanno utilizzato l’hashtag #TwitterMigration hanno affermato di non essere pronti ad abbandonare completamente Twitter, ma di aver creato un profilo Mastodon in previsione di cambiamenti radicali.
«Sarebbe un vero peccato professionalmente perdere la risorsa Twitter - dice a Wired, Danny Groner, direttore marketing di Forecast Labs - ma c'è un punto di rottura per me personalmente e moralmente».

«Non voglio creare valore per Musk», è invece la posizione del blogger Matt Haughey sull'uomo più ricco del mondo. «Non so se Musk distruggerà Twitter o meno, ma penso che Discord potrebbe essere interessante», scrive invece Cassie LaBelle, scrittrice che fa parte della comunità transgender. Discord è l’altra alternativa a Twitter: è una chat diventata popolare tra i videogiocatori, permette di comunicare con videochiamate e messaggistica istantanea in privato o in gruppi oppure di condividere post attraverso «server», che mettono in connessione gli utenti su argomenti specifici. Il timore di molti utenti è che su Twitter - se davvero Musk consentirà qualsiasi contenuto e riammettesse persone bannate come Trump, come ha detto - il linguaggio diventerà sempre più abrasivo rendendo la piattaforma inospitale.

Sotto questo punto di vista il patron di Tesla e Space X ha rassicurato dicendo che creerà un consiglio di moderazione dei contenuti - sulla falsa riga dell’Oversight board di Facebook - e nessuna decisione importante avverrà prima che sarà convocato. Ma le perplessità restano, considerati i gesti clamorosi a cui ha abituato Musk.. Come ha detto l’editorialista di tecnologia Casey Newton, è come se Joker, il cattivo di Batman, liberasse i criminali dall’Arkham Asylum, cioè il manicomio criminale di Gotham City.

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