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Dal primo agosto oltre 500 navigator non avranno un lavoro

Matteo Diomedi, presidente di «Anna», scrive al ministro Orlando e chiede una «una soluzione normativa uniforme per tutti i collaboratori»

Dal prossimo 1° agosto un terzo dei Navigator, collaboratori dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro - ben 538 su circa 1.600 -, non proseguirà la propria esperienza lavorativa. «Si tratta di una decimazione annunciata – dice Matteo Diomedi, presidente di «Anna», l’associazione nazionale che riunisce i navigator che ha scritto una lettera aperta al ministro del lavoro Andrea Orlando - Da oltre un anno chiediamo, con il sostegno delle organizzazioni sindacali che ci rappresentano, che la vertenza che ci riguarda sia nazionale, serve una soluzione normativa uniforme per tutti i collaboratori, come più volte ribadito da tutte le Regioni». Nella lettera aperta al ministro l’associazione «Anna» lamenta che «nella quasi totalità delle procedure concorsuali espletate, o ad oggi in fase di espletamento, non è stato previsto alcun riconoscimento specifico dell’esperienza maturata in questi anni dai Navigator».

Il Decreto aiuti aveva approvato per i Navigator una proroga di 2 mesi, più altri 3 su richiesta delle singole Regioni, con la conseguenza nefasta che Veneto, Lombardia, Piemonte, Umbria e, in particolare, in Campania non hanno richiesto la proroga. Il caso della Regione Campania è «tragicamente esemplificativo»: la regione non soltanto presenta tassi di disoccupazione tra i più alti in Europa ed il maggior numero di beneficiari del Reddito di Cittadinanza, ma è ben lungi dall’aver provveduto al completamento del piano di potenziamento dei centri per l’impiego.

«In Campania, dal 1°giugno al 31 luglio - dice Diomedi - i collaboratori di Anpal Servizi sono assunti con un contratto contenente una clausola sospensiva, che ne sospende appunto l’efficacia per una presunta indisponibilità della Regione - di cui ad oggi non risultano comunicazioni formali - e che li priva di fatto della retribuzione e del diritto ad accedere all’indennità di disoccupazione che spetterebbe loro in virtù del lavoro svolto fino ad oggi. Fatto questo caduto nel più assordante silenzio istituzionale».

«È consentito aspettarsi che le competenze di circa 1.600 persone - laureate, formate e con un’esperienza di circa 3 anni di attività nel campo - possano continuare ad operare al servizio della collettività in un momento così delicato per il nostro Paese? È legittimo richiedere che un suo intervento ponga fine alla palese discriminazione di cui sono oggetto i nostri colleghi in Veneto, Lombardia, Piemonte, Umbria e, in particolare, in Campania?», chiedono i Navigator al ministro Orlando.

«Auspichiamo che il ministro possa convocare, al più presto, il tavolo tecnico promessoci più volte, sperando ancora in una bonaria soluzione governativa, unica e definitiva per tutti noi. Restiamo fiduciosi che il Ministro del Lavoro non voglia e non possa permettere che ad alimentare lo stesso precariato che afferma di voler contrastare con vigore sia l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro che da lui dipende», conclude Diomedi.

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