La giunta dà mandato all'Aran di riaprire le trattative con i sindacati sul rinnovo del contratto dei regionali. Ma gli autonomi – che rappresentano la maggioranza dei 12 mila dipendenti – restano sull'Aventino e si apre così un nuovo braccio di ferro sul contratto per cui il governo ha stanziato circa 54 milioni.
E' una partita difficilissima, quella riaperta da una delibera del governo Musumeci di qualche giorno fa pubblicato solo oggi. Il testo approva una precedente relazione dell'Aran, quella con cui il commissario della agenzia per la contrattazione, Accursio Gallo, informa il governo di avere le mani legate da quando Cobas-Codir, Sadirs e Siad-Csa-Cisal, che rappresentano il 60,78% del personale si sono alzati dal tavolo lamentando il mancato inserimento nella trattativa della riqualificazione che permetterebbe a tutti o parte dei dipendenti di fare un cambio di mansioni.
Dunque sul tavolo resterebbero solo gli aumenti del 3,7% già annunciati dal governo: valgono dagli 80 ai 120 euro al mese in più e si sommano ad almeno 2.500/3.000 euro di arretrati una tantum.
Uno scenario di fronte al quale i confederali – Cgil, Cisl, Uil e Ugl – hanno invece chiesto di andare avanti per portare a casa almeno gli aumenti rinviando a un secondo tavolo la trattativa sulla riqualificazione.
Di tutto ciò Gallo ha informato per iscritto Musumeci chiedendo cosa fare. E la giunta ha risposto dando l'input a riconvocare i sindacati e far ripartire le trattative.
Come? Secondo gli autonomi è evidente che adesso si ripartirà solo dagli aumenti stralciando la riqualificazione. E per questo motivo i segretari Dario Matranga e Marcello Minio del Cobas-Codir, Fulvio Pantano del Sadirs, Angelo Lo Curto e Giuseppe Badagliacca del Siad-Csa-Cisal annunciano un nuovo Aventino: “Nonostante le manifestazioni di piazza e il profondo malcontento dei lavoratori, il governo Musumeci ha deciso di umiliare ancora una volta i dipendenti regionali. Con delibera del 16 giugno l’esecutivo ha dato disposizioni all’Aran di procedere col rinnovo del contratto senza la
riqualificazione del personale, smentendo perfino una precedente delibera della stessa giunta. Ma i sindacati autonomi non svenderanno i lavoratori e continuano a rivendicare la loro totale contrarietà a un contratto che non preveda la riqualificazione e riclassificazione del personale in un nuovo sistema organizzativo. Ne ha bisogno la macchina amministrativa, ne hanno bisogno i siciliani e ne hanno diritto i lavoratori. Gli aumenti previsti dal rinnovo contrattuale, in ogni caso, non sono a rischio: la proposta dell’Aran, invece, non contiene alcun miglioramento del modello organizzativo che non piace né ai lavoratori né ai siciliani”.
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