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Vita più lunga per i dispositivi elettronici: l’impegno dell'Europa per l’ambiente

Con il contributo dell'Unione Europea

Il Palazzo del Parlamento europeo, a Strasburgo

Dare nuova vita a oggetti e apparecchiature elettroniche allungandone il ciclo di funzionamento e riducendo così costi e consumi, questo l’obiettivo della relazione del Parlamento sul diritto alla riparazione, ovvero il testo che contiene l'indicazione dell’Eurocamera per la direttiva contro l’obsolescenza programmata su cui la Commissione Ue è al al lavoro.

Il testo dell’Eurocamera arriva come risposta alle richieste dei cittadini. Secondo un sondaggio distribuito da Eurobarometro infatti il 79% degli europei ritiene che ai produttori dovrebbe essere richiesto di semplificare la riparazione dei dispositivi digitali o la sostituzione delle singole parti e il 77% preferirebbe riparare i propri dispositivi piuttosto che sostituirli.

Per gli eurodeputati le nuove norme sul «diritto alla riparazione» dovranno regolare tutto il ciclo produttivo delle apparecchiature, compresa la progettazione, per garantire che sul mercato vadano prodotti che durino più a lungo e possano essere riparati. Il testo, approvato dalla commissione dell’Eurocamera per il mercato interno con 41 voti favorevoli, nessuno contrario e 4 astensioni, include anche l’obbligo per i produttori di adottare un sistema di etichettatura pensato per informare meglio i consumatori sulle modalità di manutenzione e riparazione.

Secondo la presidente della commissione, l‘eurodeputata verde tedesca Anna Cavazzini «riparare prodotti rotti o danneggiati significa risparmiare denaro, energia e risorse, una pratica più che mai essenziale in un periodo di crisi energetica e di materie prime . Riparare i propri prodotti consente ai consumatori di abbandonare la società dello scarto e di assumere un ruolo attivo nel passaggio a un'economia circolare. L'Ue deve garantire il diritto alla riparazione».

Le nuove regole sul «diritto alla riparazione» a cui sta lavorando Bruxelles potrebbero favorire anche la creazione di posti di lavoro e dare all'industria delle riparazioni, compresi i riparatori indipendenti, nuovo slancio. Per l’eurodeputata del Partito democratico Simona Bonafè «il successo di un’economia circolare si misura da come si riducono i rifiuti. Con questo testo il Parlamento europeo chiede alla Commissione di legiferare a favore di prodotti sempre più sostenibili, dell'applicazione delle etichette verdi e della riparabilità».

Per quanto riguarda i dispositivi digitali il testo specifica che «gli aggiornamenti software devono essere resi disponibili almeno per un certo periodo minimo di tempo» e chiede che i consumatori siano pienamente informati al momento dell'acquisto sulla disponibilità degli aggiornamenti. Sarebbe inoltre necessario vietare la riduzione artificiale delle prestazioni in tutti i dispositivi, come ad esempio gli smartphone. La risoluzione discussa alla commissione andrà questa primavera al voto della plenaria. Per accelerare l’iter di approvazione, il Parlamento europeo ha sottolineato più volte l'importanza del diritto alla riparazione come pilastro fondamentale dell'agenda dell'economia circolare nel quadro del Green Deal europeo. Dopo il voto della plenaria, il testo passerà alla Commissione Ue che be dovrà tenere conto nella messa a punto di una proposta legislativa da presentare entro il prossimo settembre.

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